Arturia MicroFreak – Qualche anticipazione sui motori di sintesi

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Gear

Anche se, ancora, non c’’è l’autorizzazione ufficiale a pubblicare video e altri tipi di recensione multi mediale sul nuovo sintetizzatore targato Arturia, complice la consueta disponibilità Midiware (cui va il nostro interessato ringraziamento…), abbiamo avuto modo di “zampettare” sull’apparecchio, verificandone funzioni e – appunto – tecniche di sintesi incorporate.  Quello che segue è una panoramica dei motori di generazione sonora incorporati nell’oscillatore digitale che è il cuore dell’apparecchio.

DI Enrico Cosimi

Schermata 2019-03-01 alle 08.23.42

Attenzione! Anche se in elevata fase di sviluppo, il firmware non è ancora quello definitivo e nulla può assicurarci che quanto dichiarato oggi continuerà ad essere disponibile nelle prossime revisioni. Da questo punto di vista, ci sarebbe abbastanza da discutere sull’implementazione numerica dei parametri – tutti compresi tra 0 e 100 – applicata indiscriminatamente anche quando i valori effettivamente raggiungibili sono molti meno. Di sicuro, ci sono margini di miglioramento.

digital oscillator

Motori di sintesi

Premesso che MicroFreak è monofonico e parafonico, cioè può generare quattro voci di polifonia ciascuna articolata dal proprio generatore amplificatore articolato con inviluppo, per poi confluire nell’unico filtro, l’utente ha la possibilità di scegliere il tipo di motore sonoro da utilizzare. In questo modo, lo strumento può lavorare in sintesi sottrattiva, in somma VA di molteplici kernel, in FM llineare, eccetera.

L’oscillatore ha quattro controlli fisici di pannello (Type, Wave, Timbre, Shape) che, Type a parte, assumono volta per volta comportamenti differenti – ovviamente, il primo dei quattro encoder serve a scegliere il motore di sintesi.

 

01 Basic Waves Oscillator

Produce il comportamento di base del classico oscillatore analogico saw/square, con in più la suboscillazione sinusoide all’ottava inferiore.

Wave. Offre una transizione continua da quadra a dente di sega e da questa a dual sawtooth.

Timbre. Se Waves è su onda quadra, produce variazioni di simmetria Pulse Width; se Waves è su dual sawtooth, controlla lo sfasamento tra le due componenti.

Shape. Aggiunge una suboscillazione sine wave all’ottava inferiore.

 

02 Superwave Oscillator

Dal 1996, il motore di Supersaw/Hypersaw commercializzato da Roland nel JP-8000 ha aperto la strada ai suoni hover. L’oscillatore permette di sfruttare questo tipo di generazione multipla.

Wave. Sceglie la forma d’onda che successivamente sarà moltiplicata dal motore interno; è possibile generare saw, square, triangle, sine.

Timbre. Definisce la deviazione detune nell’intonazione tra onda principale e sue clonazioni.

Shape. Regola il livello delle voci clonate.

 

03 Wavetable Oscillator

L’oscillatore può leggere 16 tabelle diverse, ciascuna delle quali contiene 32 cicli di singole forme d’onda definite da 256 punti. Il passaggio tra una forma d’onda e l’altra può essere netto o eseguito in dissolvenza incrociata, evitando le transizioni ritmiche.

Wave. Sceglie una delle 16 tabelle disponibili.

Timbre. Permette di navigare nella tabella selezionata spostantosi lungo le 32 forme d’onda disponibili.

Shape. Decide se la transizione tra le forme d’onda di tabella è netta e immediata o morbida, in dissolvenza incrociata. Nel primo caso, si ottiene una componente ritmica significativa, nel secondo caso si privilegia l’aspetto fluido della variazione di contenuto armonico.

 

04 Harmonic Oscillator

Sfrutta la somma di otto sinusoidi (ma non solo) per generare diversi timbri; è possibile alterare – in modo semplificato – la quantità e il livello relativo delle diverse armoniche.

Wave. Passa in rassegna diversi mixaggi presettati per il livello delle otto armoniche.

Timbre. Effettua una transizione fluida tra onde sinusoidi o triangolari per tutte le armoniche generate; le triangolari, ovviamente, offrono maggior apertura timbrica nel loro pur limitato contenuto armonico.

Shape. Mette in azione un chorus interno che rinforza il suono attraverso sdoppiamento apparente.

 

05 Karplus-Strong

E’ uno storico algoritmo che riproduce, attraverso una linea di ritardo, il comportamento timbrico delle corde pizzicate o – come in questo caso – confricate con un archetto.

Wave. Decide la quantità di archetto usata per mettere in movimento la corda; quando il valore è a zero, la corda è messa in movimento solo dal plettro virtuale – nella realtà tecnica, il parametro allarga progressivamente la durata di hold dell’impulso usato per innescare la linea di ritardo.

Timbre. Definisce il punto di innesco e l’energia con la quale la corda viene pizzicata.

Shape. Aumenta il tempo di decadimento della nota, incrementando l’energia messa in ricircolo nel modello.

 

Da questo punto in poi, i modelli di sintesi elencati coincidono con quelli riuniti da Emilie Gillet all’interno del suo modulo EuroRack Mutable Instruments Plaits. Complice una poco chiara comunicazione preliminare, all’inizio non si è capito “il tono” della collaborazione – if any – tra Gillet e Arturia; ad ogni modo, i modelli sono quelli, in parte Open Source, già commercializzati con Mutable Instruments. I nomi dei parametri cambiano per rispettare l’implementazione di pannello Arturia. 

 

06 PI.VA (Peak Instruments Virtual Analog)

Emula la generazione simultanea di classiche forme d’onda triangolare, rampa e quadra.

Wave. Definisce la differenza di intonazione tra le due forme d’onda simultaneamente generate.

Timbre. Passa in dissolvenza incrociata impulsiva a simmetria variabile, e poi formanti generate attraverso hard sync.

Shape. Passa in dissolvenza incrociata variable saw, poi da triangle a saw, poi da saw a square.

 

07 PI. Waveshpr (Peak Instruments Waveshaper)

Usa una combinazione di waveshaper e wavefolder, alternando la simmetria dell’onda triangolare e modificandone la traiettoria. Il comportamento riprende il classico Serge Triple Waveshaper.

Wave. Sceglie la forma d’onda di partenza.

Timbre. Imposta il livello del ripiegamento/deformazione.

Shape. Imposta l’asimmetria della triangolare, passando con continuità da rampa a triangolare e da triangolare a dente di sega.

 

08 PI.FM (Peak Instruments Two Operator FM)

Sfrutta un algoritmo a due operatori Carrier/Modulator in grado di produrre un’ampia varietà di timbriche.

Wave. Imposta il rapporto di frequenza tra Carrier e Modulator. In base alla differenza impostata, il circuito produce contenuti armonici molto differenziabili.

Timbre. Definisce l’intensità della modulazione, cioè l’indice, cioè la quantità di nuove armoniche generate.

Shape. Innesca il Feedback nell’operatore modulante, rendendo più complessa la sua forma d’onda e, di conseguenza, il risultato del contenuto armonico ottenuto per FM.

 

09 PI.Grain (Peak Instruents Granular Formant Oscillator)

Sfrutta la riorganizzazione per formanti (cioè per picchi di energia nello spettro armonico) ottenuti attraverso granulazione del segnale.

Wave. Allontana la frequenza dei due picchi formanti generati.

Timbre. Imposta la frequenza di base di una delle due formanti.

Shape. Permette di variare ampiezza e tipo delle formanti.

 

10 PI. Chords (Peak Instruments Chords)

L’oscillatore genera quattro voci di polifonia organizzate secondo accordi regolabili in rivolto e intervalli; la nota premuta sulla tastiera è considerata come tonica dell’accordo. La generazione quadruplice dell’oscillatore Chord può a sua volta essere usata in parafonia lavorando per intervalli paralleli con le quattro note eseguite sulla tastiera; in questo modo, si ottengono sedici frequenze simultanee.

Wave. Sceglie tra gli accordi di octave, 5th, sus4, minor, minor7, minor9, minor11, 6th e 9th, major9, major7, major.

Timbre. Effettua inversioni e rivolti nell’accordo selezionato passando da fondamentale a primo, secondo e terzo rivolto.

Shape. Permette di scegliere la forma d’onda utilizzata. Sono disponibili combinazioni di sinusoidi e “strings” e, nella seconda metà dell’escursione, una tabella dedicata con 16 forme d’onda interne.

 

11 PI. Speech (Peak Instruments Vowel and speech synthesis)

Pesantemente ispirato alle prestazioni dello Speak And Spell Texas Instruments, questo motore di sintesi produce vocali e consonanti organizzate per generare parole predefinite. Lavorando con l’arpeggiatore insieme ad altre sorgenti di modulazione, si può scegliere una sequenza arbitraria di fonemi e parole.

Wave. L’escursione del parametro sceglie le formanti e, poi, accede a librerie di colori, numeri, lettere e parole.

Timbre. Sposta le frequenze delle formanti, variando l’inflessione del parlato.

Shape. Passa in rassegna le diverse parole contenute nelle categorie selezionate con il comando Wave.

 

12 PI. Modal (Peak Instruments Modal Resonator)

Emula attraverso sintesi modale il comportamento di membrane, corde, idiofoni, raggi, lamine percosse o messe in vibrazione; c’è un’ampia variazione timbrica ottenibile intervenendo in tempo reale sui tre parametri. E’ possibile avvicinarsi con veridicità al suono naturale o uscire decisamente dalla metafora acustica.

Wave. Incrementa progressivamente l’inarmonicità del suono generato.

Timbre. Aumenta progressivamente l’energia messa in gioco e la brillantezza del segnale.

Shape. Incrementa l’assorbimento o la riflessione/ricircolo dell’energia, cambiano la pronuncia del suono generato.

Tags: ,

Comments (9)

  • Paolo Francesco

    |

    Ciao Prof,

    strumentino interessante ma avrei un’altra domanda per te e non so dove fartela (essendomi liberato di FB), come vedi Yamaha Montage/MODX? Ti è capitato di sentirli suonare dal vivo? Come giudichi il motore FM a 8 OP che propone Yamaha?e la qualità degli effetti? Grazie

    Reply

    • Enrico Cosimi

      |

      massimo rispetto per la yamaha montage. senza se e senza ma.

      Reply

      • Paolo Francesco

        |

        Accipicchia, mi aspettavo un tuo commento abbastanza positivo, ma non addirittura cosi tranchant. Ottimo. Se quando hai un po di tempo vuoi condividere cosa abbia colpito cosi convintamente il tuo dito/occhio/orecchio esperto…

        Reply

  • paoloconti

    |

    Salve Maestro
    A proposito di “PI. Chords (Peak Instruments Chords)”
    “Accordi variegati” si possono ottenere anche con minimo 2 osc. settati su diverse freq. Fino ad arrivare a 6 osc. (vedi FM8, Blue, DX7 Arturia) che ripetuti sul DAW (per chi fa fare, non io!) produrre accordi intriganti anche con suoni diversi. Roba alla portata di pochi……

    Reply

  • Enrico Cosimi

    |

    il variegato all’amarena si nasconde in qualsiasi struttura di sintesi che permetta di generare simultaneamente almeno due (meglio tre) frequenze…

    Reply

  • Claudio

    |

    “Anche se, ancora, non c’’è l’autorizzazione ufficiale a pubblicare video e altri tipi di recensione multi mediale sul nuovo sintetizzatore targato Arturia”.
    Quindi ci possiamo aspettare, appena possibile, sue impressioni d’uso?

    Reply

Leave a comment

Inserisci il numero mancante: *

ga('send', 'pageview');