Arturia MicroBrute Analog Synthesizer – Seconda parte

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Gear

Continuiamo il nostro viaggio attorno al nuovo Arturia MicroBrute, il piccolo analogico che incorpora – ad un prezzo assai contenuto – le aggressive timbriche del precedente MiniBrute, con due ottave di mini tastiera sensibile alla dinamica, sequencer a step incorporato, matrice di modulazione e altre interessanti distillati di tecnologia analogica.

Di Enrico Cosimi

microBrute-03

Dopo aver passato in rassegna le funzionalità del percorso audio e delle sorgenti di modulazione, è il momento di entrare in contatto con il punto più sfizioso del sistema, ovvero la matrice di modulazione, grazie alla quale, è possibile integrare il MiniBrute all’interno di un qualsiasi sistema Euro Rack o – più semplicemente – è possibile alterare la struttura di base, volontariamente ridotta al minimo, per raggiungere interessanti comportamenti timbrici.

Schermata 12-2456628 alle 16.28.48

La Mod Matrix

Uno degli argomenti più divertenti nel nuovo MicroBrute è la presenza della Modulation Matrix, per gli amici Mod Matrix; le due sorgenti di modulazione interne al canale di voce (Env e LFO) sono riportate in una matrice di otto connessioni mini jack, per poter essere liberamente agganciate a sei possibili destinazioni; in questo modo, si lavora con due sorgenti:

  • Envelope Out
  • LFO Out

…e sei destinazioni:

  • Triangle wave Metal Amount
  • Saw Wave Ultrasaw Amount
  • Sub Wave Fifth Amount
  • Pitch Modulation
  • Filter Cutof Modulation
  • Pulse Wave Modulation

 

Caveat Emptor Mk II

Un’analisi approfondita del pannello comandi rivela la mancanza di un controllo LFO Amount dedicato all’ampiezza del vibrato, cioè della quantità di modulazione inviata alla frequenza dell’oscilatore audio; la spartana dotazione del MiniBrute demanda tale controllo direttamente al comando LFO Amount, con o senza compartecipazione della Modulation Wheel; questo significa che appena toccate la Mod Wheel o l’Amount, partirà il vibrato più più o meno ampio; come si fa per evitare che il vibrato raggiunga l’oscillatore? Appena collegate uno dei due mini jack (identici in tutto e per tutto – a parte la lunghezza del cavo – a quelli normalmente usati in regime Euro Rack) alla porta Mod Matrix LFO Out, ecco che interrompete la normalizzazione LFO-VCO e vi liberate del vibrato indesiderato.

Rimane da risolvere un caso: come fare per mandare il segnale di modulazione su due destinazioni? Sarà necessario utilizzare un multiplo esterno o, in alternativa, ricorrere ai furbissimi cavi TipTop Audio con sdoppiatore incorporato. E, visto che Euro Rack si parla, perché non utilizzare quantizzatori o direttamente altre sorgenti audio/modulazioni esterne per raggiungere i punti sensibili del MicroBrute?

 

arturia-microbrute

La tastiera (e non solo)

Le due ottave di passo mini sono sensibili alla dinamica, non al channel aftertouch, trasmettono dati MIDI in polifonia. A proposito di trasmissione, diciamo subito che – per ora – lo Stet Sequencer interno non trasmette le programmazioni interne sulla porta USB e, tantomeno, sulla porta MIDI Out… per il semplice motivo che la porta MIDI Out non c’è. Torniamo al dunque.

Oltre alle due mini ottave, sono disponibili le rotelle di Bend, con ritorno a molla, e Modulation; attraverso Editor esterno liberamente scaricabile, è possibile configurare il bend amount – ulteriori particolari in seguito. La Modulation wheel può essere usata “normalmente” per scalare l’ampiezza del segnale prodotto dal modulo LFO (vibrato, wah, tremolo, eccetera) o può essere direttamente legata al controllo della Cutoff Frequency.

Schermata 12-2456628 alle 13.55.56

L’escursione della tastiera è sottoposta al motore di Octave Transpose, che agisce – come nel precedente MiniBrute – sul transito dati, cioè interviene non sul suono, ma sulla trasmissione dei codici MIDI/CV. In pratica, non potete tenere premuta una nota e ascoltare, per trasposizione d’ottava, i salti dell’oscillatore da 16’ a 8’ e a 4’, ma dovrete ogni volta re-triggerare la nota ascoltandola sulla nuova ottava.

Il comportamento di tastiera è sottoposto al parametro di Glide, per smussare gli intervalli eseguiti.

 

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Pannello posteriore

Oltre all’aggancio per l’alimentatore esterno, è possibile accedere ai due punti di regolazione (che non vanno toccati mai, per nessun motivo…) e alla regolazione Finetune con trimmer a scomparsa (si preme, appare la manopolina, si ripreme dopo avere regolato l’intonazione, e la manopolina torna a filo con il rear panel, scomparendo dall’ingombro).  A struttura monofonica corrisponde uscita monoaurale, disponibile tanto nella connessione principale Line Out quanto sulla porta mini jack Stereo Phones.  L’eventuale segnale esterno è collegabile all’Input con Input Level gestibile attraverso altro trimmer a scomparsa.

I segnali di controllo viaggiano attraverso porta USB Type B, con andamento bidirezionale da e per il computer (come vedremo in seguito, l’Editor Free è disponibile tanto in versione Mac che PC), ma anche sulla porta MIDI In, per ricevere controlli dall’esterno. In aggiunta, è possibile usare bidirezionalmente il MicroBrute come unità integrabile CV/Gate: l’apparecchio produce Pitch Out (la somma di keyboard cv, pitch bend, e sequencer), Gate Out (l’articolazione di tastiera e sequencer), LFO Out e ENV Out (questi ultimi due attraverso Mod Matrix).

Sempre nel dominio analogico, è possibile inviare a MicroBrute segnali di Gate In (sul pannello posteriore), Pitch Control, PWM, Metalizer Amount, Ultrasaw Amount, Sub Fifth Amount, Filter Cutoff (nella Mod Matrix); lo standard è quello 1V/Oct, reso universale da anni e anni di consuetudine.

Nella terza parte, ci occuperemo di sequencer ed editor esterno…

 

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Comments (11)

  • Lorenzo Ferrando

    |

    La modulation matrix (non sono molto suo amico purtroppo 😛 ) è l’unica feature che può far sorgere dei dubbi sul cosa comprare tra Mini e Micro. Per il resto il Mini, secondo me, è estremamente superiore

    Reply

  • Andrea Monardo

    |

    Scusa la mia ignoranza, ma io posso fare accordi su questo synth?

    Reply

  • Umbo

    |

    Buongiorno.

    Vorrei “iniziarmi” al mondo analogico e pensavo che come primo acquisto questa macchinetta potesse essere un buon punto di partenza (considerando il budget modesto a mia disposizione). Poi qualcuno mi ha messo la pulce nell’orecchio di un certo Akai Timbre Wolf , analogico a 4 voci (i cui prezzi attualmente oscillano tra i 280 e i 430€) di cui girando per la rete ho a disposizione pochi feedback (positivi o negativi che siano).

    Chiederei gentilmente due dritte su dove orientarmi (se è lecito crearsi qualche dubbio in proposito), considerando il rapporto qualità/prezzo degli oggetti in questione e che non sono orientato su un genere musicale in particolare e/o su determinati timbri.

    Grazie

    Reply

    • Enrico Cosimi

      |

      sono due macchine abbastanza diverse, Arturia è monofonica “secca”, la Akai è polifonica a quattro voci, ma ogni voce è più limitata come funzioni disponibili di quanto non sia la singola voce di Arturia…

      un terzo contendente, sicuramente più costoso, potrebbe essere il KORG Minilogue, sempre a quattro voci, ma più “denso” di funzioni

      Reply

      • Umbo

        |

        Grazie per la repentina risposta Prof.

        Sì, in effetti penso che propenderò per la monotimbricità e il più alto livello di “smanettamento” sul suono offerto dal Microbrute.

        Quanto al Minilogue è sicuramente sfizioso ma purtroppo out of budget.

        (p.s. intanto ho intrapreso un interessante viaggio sul tubo con “Il giro del sintetizzatore in ottanta giorni”)

        Grazie!

        Reply

        • Francesco

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          da felice possessore (o posseduto?) di un Microbrute non posso che dirti OCCHIO ALLA MANETTA DEL VOLUME!
          quel cosino sembra tanto un giocattolo ma tira fuori delle cattiverie che non si possono descrivere a parole!
          e buon divertimento!
          (consiglio se hai la possibilità di “accoppiarlo” via scheda audio + USB ad una DAW tipo Ableton con una sostanziosa chain di effetti… ne perde un pelo in brutalità analogica… ma parti per altri orizzonti e nuove galassie!)

          e poi si può facilmente “espandere” nel reame modulare… credimi in ogni caso non ti pentirai di questo mostriciattolo!

          NOTA: se hai problemi hardware (io avevo mod.wheel e pitch bend sfasati) ci sono tante info sul forum ufficiale Arturia!

          Reply

          • Umbo

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            Grazie Francesco!

            Reply

  • Lorenzo

    |

    Buongiorno! I tuoi articoli sono sempre molto interessanti!
    TI scrivo per chiederti un consiglio… sono un neofita, e presto vorrei comprarmi un sintetizzatore monofonico analogico, e sono indeciso tra questo MicroBrute e l’MS20-Mini della Korg.
    Mi potresti dare qualche consiglio su come orientarmi tra questi due?

    Reply

    • Enrico Cosimi

      |

      il micro brute è molto semplice e molto “impostato” timbricamente, il piccolo korg è più impegnativo, per la parte semi modulare, ha più fruscio e può fornire timbriche più ad ampio raggio – per di più, nel micro hai solo un oscillatore, nel korg ne hai due…

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