ARTURIA ANALOG EXPERIENCE 49 THE LABORATORY – prima parte

Written by Antonio Antetomaso on . Posted in Gear, Software

Arturia, una delle principali case produttrici di virtual instrument dedicati al mondo dei principali synth analogici. Moog modulare, Minimoog, Jupiter 8, Oberheim SEM, ARP 2600, CS-80, sono solo alcuni tra i più famosi synth analogici ad essere stati ricreati a software con rara maestria, utilizzando algoritmi a modelli fisici.

Di Antonio Antetomaso

Tali software, fruibili su PC o MAC in modalità standalone o facendo uso di una DAW compliant con i protocolli AU, VST o RTAS, per essere goduti ed utilizzati al massimo necessitano, per forza di cose di un buon MIDI CONTROLLER, specie se si prevede un utilizzo dal vivo: come potreste pensare di agire sui vari potenziometri e sliders virtuali mediante il mouse per controllare in tempo reale filtri, inviluppi, oscillatori e compagnia cantante? FOLLIA PURA!

Fortunatamente il mercato ci viene in aiuto offrendoci una pletora di prodotti a tema a costi, tutto sommato, abbastanza contenuti e, comunque, per tutte le tasche. Ed è proprio qui che entra in gioco ancora una volta mamma Arturia, offrendo la sua soluzione a tema “midi controller”, con una serie di addendum e prerogative che dovrebbero dare la possibilità di rispondere alla domanda “perché dovrei scegliere proprio questo?”. Scopriamolo insieme il perché, iniziando dalle presentazioni. “Analog experience the laboratory” è il nome che Arturia ha dato ad una famiglia di prodotti cosiddetti ibridi: metà hardware, metà software.

 

La parte software è costituita da un virtual synth chiamato appunto “Analog laboratory” che costituisce la sorgente sonora offrendo più di mille patches pronte all’uso e sapientemente catalogate, nonché tratte dai principali virtual synth di Arturia. La parte hardware è costituita da un MIDI CONTROLLER usb 2.0 che serve a comandare tutto questo mediante controlli rotativi, sliders e pulsanti già MIDI mappati sul programma naturalmente, ma assolutamente muta. Perché il tutto emetta un suono c’è bisogno di un PC (Windows o MAC).

Sul prodotto c’è sicuramente molto da dire ed è per questo che vorrei regalarvi due puntate su di esso, delle quali una prettamente dedicata alla parte hardware, la seconda al software a corredo e…non solo.

Dato che questa è la prima puntata, partiamo a parlare del controller hardware, che, tanto per rompere il ghiaccio, è disponibile nelle versioni a 49 tasti e a 61 tasti. Nel corso della nostra analisi ci concentreremo sulla versione a 49 tasti, anche perché personalmente ho comperato quella (non ditemi che non avevate capito..). Eccola qui.

Lente di ingrandimento alla mano, procediamo più LENTO PEDE, andando a vedere cosa si cela dietro. Intanto cominciamo dalla manifattura; uno dei problemi di queste apparecchiature è che, costando poco, possono presentare problemi di bassa qualità dei materiali (pesatura della tastiera assente, corsa dei potenziometri poco precisa e “floscia”, sliders che sembrano levette di una tastiera giocattolo, sensazione di poca robustezza e così via…).

Scusandomi del fatto che sembra quasi di ascoltare i sintomi di una malattia, vi dico subito che non è questo il caso!! Il controller appare di ottima manifattura, bello pesante (e non si direbbe date le dimensioni), con una pesatura dei tasti assai gradevole e di aspetto assai attraente (anche l’occhio vuole naturalmente la sua parte). Carinissimi i bordi in legno che gli conferiscono una certa eleganza.

Superato il primo impatto, andando a giocherellare con i controlli rotativi, gli sliders e i bottoncini ci si rende conto anche delle altre qualità: insomma non si ha mai la sensazione di avere a che fare con un giocattolo.

Bene, poggiamo il tutto sullo stand, installiamo il software (di cui parleremo ampiamente in un secondo momento), attiviamo la licenza, infiliamo il cavo USB nel PC, avviamo il tutto e accendiamo la tastiera (Display blu, il mio preferito…cominciamo bene).

Abbassiamo la lente di ingrandimento verso la parte sinistra dello strumento e iniziamo la nostra analisi:

Notiamo subito sulla sinistra la presenza di pitch bending wheel e modulation wheel nonché i due immancabili pulsanti per lo switch di ottava, indispensabili su midi controller di ridotte dimensioni: come si farebbe a passare da synth bass aggressivi e gommosi a leads distruttivi e a pads morbidi, altrimenti??

Passiamo ai controlli, organizzati sapientemente a mio avviso. In alto identifichiamo le prime tre sezioni offerte dallo strumento:

  • la prima sezione offre, oltre al generoso ed elegante display, dei pulsanti che governano la modalità operativa dello strumento e consentono il browsing e la ricerca dei preset offerti (che, vedremo, sono davvero tanti). Piccolo accento sul pulsante “scene”: esso consente di commutare lo strumento da semplice midi controller analog style ad una vera e propria workstation in cui è possibile operare con split, layers, sequenze e loops di batteria. Una scena, in “Arturiese” appunto, altro non è che una configurazione in cui si è selezionata una configurazione split/layer e si sono assegnati i loops ai pads sulla parte destra. Detta in linguaggio più Yamaha oriented è una PERFORMANCE !! Niente male!!
  • la seconda sezione offre la possibilità di salvare 10 setups in altrettante zone di memoria e richiamarli rapidamente mediante altrettanti pulsanti. Abbastanza un classico, ma sempre comodo.
  • La terza offre i controlli per pilotare un comune sequencer software (non è onboard attenzione). Senza entrare troppo nel dettaglio, i pulsanti offerti (6) offrono le consolidate possibilità di avviare una sequenza, fermarla, registrarla, riavvolgerla, andare avanti e mandarla in loop.

Passiamo alla sezione centrale. Sorvolando rapidamente sui due pulsanti che consentono di decidere se operare sulla parte upper o lower dello strumento, arriviamo ai controlli rotativi, il cuore virtual analog se vogliamo dello strumento. 10 controlli rotativi automaticamente associati via MIDI alle classiche funzioni di editing presenti su qualunque macchina analogica che si rispetti.

Come si nota, i 10 controlli rotativi possono essere logicamente divisi in due gruppi. Il gruppo superiore che, da sinistra verso destra, consente di controllare la frequenza di taglio del filtro, la quantità di risonanza, l’oscillatore a bassa frequenza (rate e quantità) e la quantità di Chorus (questo controller, benché riassegnabile mi è apparso sinceramente un po’ fuori tema…). Il gruppo inferiore invece si presta più ad essere programmato, offrendo 5 parametri generici che, nei sintetizzatori Arturia sono mappati più o meno bene a seconda del virtual instrument che si sta controllando. L’ultimo controller consente di dosare la quantità di delay (anche questo, come per il chorus, appare un controllo un po’ fuori tema). Da notare che chorus e delay sono implementati direttamente in hardware sul midi controller, questo mi pare doveroso precisarlo.

Passiamo alla sezione sliders, non penserete che sia finita qui:

Mediante gli sliders regoliamo sostanzialmente gli inviluppi di filtro e amplificatore. I parametri sono i classici ADSR, ciascuno assegnato al suo bravo slider. Di norma, i primi quattro regolano l’amplificatore, i secondi quattro il filtro. L’ultimo slider esula un po’ dal contesto e serve sostanzialmente a regolare il tempo, nel senso MIDI del termine.

Arriviamo alla fine, i 4 PADS per controllare altrettanti loops liberamente assegnabili da software. Niente male.

Concludiamo con uno sguardo al “lato B” dello strumento, per vedere che connessioni offre.

Anche qui direi che c’è praticamente tutto. Da sinistra verso destra, MIDI IN/OUT (avrei gradito il THRU…avete fatto trenta fate trentuno!), pedale di espressione,  sustain e ausiliario (da assegnare), breath control (carino), USB 2.0 e alimentazione esterna. Quest’ultimo proprio non l’ho capito, che me ne faccio di un alimentatore esterno se comunque ho bisogno di un computer per far suonare il tutto? Probabilmente questo ingresso è stato previsto per i casi in cui non arrivi sull’USB la corrente necessaria a far funzionare lo strumento (es. nel caso di un hub USB non alimentato). Comunque vada, se volete l’alimentatore dovete comprarlo a parte.

Ultima precisazione, il midi controller, l’avrete intuito, può essere usato tanto per controllare il software “Analog laboratory”, quanto i virtual synth singoli di Arturia, quanto ancora qualunque virtual instrument, pena un minimo di riprogrammazione dei controller. Gli stessi ultimi prodotti di Arturia (es. SEM V) non sono correttamente mappati sui controlli della macchina.

Direi che per questa prima puntata è tutto. Nella prossima ed ultima analizzeremo la parte software e concluderemo con delle impressioni.

Stay tuned.

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Comments (36)

  • Gil

    |

    Ciao Antonio, volevo ringraziarti per il lavoro che fai per noi su questo sito e per questa bella recensione, e volevo chiederti alcune cose riguardo questa tastiera.
    Per quanto riguarda i pad, abbiamo la possibilità di avere magari due o più banchi per pad o no?
    Le zone di memoria x salvare i miei preset e richiamarli “al volo” sono solamente 10?
    E per l’appunto, ho possibilità di creare suoni da “zero” o quantomeno di modificare i suoni già esistenti e salvarli per un utilizzo rapido futuro?
    Vorrei comprare questa master keyboard e vorrei sapere di fare un buon acquisto e di non scialacquare soldi così!
    Mi sarebbe di grande aiuto il tuo intervento, così da avere qualche notizia in più a riguardo.
    Grazie mille della disponibilità, a presto :)

    Reply

  • Antonio Antetomaso

    |

    Ciao Gilberto, grazie di avermi scritto e dei complimenti. Dunque, l’AE laboratory è un ottimo prodotto, io ne sono pienamente soddisfatto. Va considerato tuttavia che questa tastiera è la metà di un prodotto che è costituito per l’altra metá da una controparte software, che si occupa della generazione timbrica e dei preset. Detto ciò, per rispondere alle tue domande, si i Pad consentono di controllare 4 suoni simultaneamente, ma per “scena”, cioè per performance salvata. Mi spiego meglio, il programma ti consente di creare delle scene di esecuzione (200 al massimo) dove ogni scena è l’insieme di una timbrica per la parte upper, una per la parte lower e una configurazione di timbriche percussive o loops da assegnare ai 4 pads. Relativamente ai tasti preset, essi ti consentono di salvare e richiamare al più 10 snapshots (configurazioni di suoni) ma dal software puoi creare quanti settaggi e customizzazioni di suoni vuoi naturalmente, a integrare il set già nutrito di 3500 presets già disponibili. Da lungo di vista della manifattura, il controller hardware offre materiali di qualità, specie per la cifra che costa e può essere tranquillamente impiegato per controllare qualunque cosa supporti il protocollo midi ed offra funzionalità di MIDI learn. Pensa che io lo uso anche per lanciare le clips di Live! Per quanto mi riguarda te lo consiglio, specie se ti piace smanettare con strumenti software virtual analog. Se invece cerchi solo un buon midi controller, magari puoi propendere anche per altre soluzioni di mercato, come ad esempio quelle offerte da Novation. Spero di aver risposto alle tue domande. Un saluto.

    Reply

  • Gil

    |

    I miei dubbi riguardavano soprattutto l’hardware e la sua reale valenza dato che mi è stato detto questo a riguardo:

    “Nonono… fa proprio schifo!!! Gli After-touch li rileva un tanto al chilo e la risposta dei pad fa veramente pena… è solo bella da vedere!!!”

    “Arturia fa i migliori emulatori virtuali di generatori analogici del mondo ma il suo HW sembra progettato da bimbominkia ritardati… lo Spark ad esempio… dovrebbe essere un’alternativa al Maschine od al MPC… fa sì è no il lavoro di un Linn 9000 (Drum Machine storica di 30 anni fa con un numero esiguo di pattern programmabili)… Inaccettabile!!!”

    Mentre per quanto riguarda il software, vorrei sapere se i vari suoni presenti nei preset sono editabili e modificabili, dato che mi è stato detto quest’altra cosa ancora:

    “Quella che ti danno in bundle con questa Masetr KBD è una selezione (non modificabile) di preset dei loro generatori sonori (Prophet V; Jupiter-8V; Mini V; ecc)… un assaggino insomma!!!”

    E’ TUTTO VERO?!?
    Perché a me questa M KBD piace tanto però non vorrei fare una acquisto “sbagliato”….OVVIAMENTE OGNI CONSIGLIO RIGUARDO QUALCHE ALTRA MASTER KEYBOARD E ‘ BEN ACCETTO ….MA VORREI SOPRATTUTTO AVERE DELLE DELUCIDAZIONI RIGUARDO L’ARTURIA!

    Grazie mille Antonio! :)

    Reply

    • Antonio Antetomaso

      |

      Mah, premesso che “de gustibus non disputandum est”, io trovo il controller di ottima manifattura e non ho alcun problema con l’aftertouch. A suo tempo feci un piccolo paragone con altri controller di fascia equivalente e, senza citare nomi nè marche, gli altri mi sembravano scatolette di plastica con una dinamica dei tasti ridicola. Relativamente ai suoni, non è vero che non hai possibilità di editing: ad ogni timbro puoi applicare filtri, effetti ed inviluppi, scusa se è poco. Naturalmente il massimo delle possibilità di editing ce l’hai se hai la controparte software: ad es. se vuoi modificare un preset di MINI V al massimo devi avere il MINI V installato…ma questo mi sembra ovvio 😉 Tutta la suite Arturia costa MOOOOOLTO di più dell’Analog Experience. Tieni conto che con la cifra che costa l’AE di sicuro non ce lo compri un MIDI controller e un virtual analog insieme, vai a spendere molto di più, basta che ti fai due conti (guarda il sito della Novation o della M-AUDIO e un qualsiasi software virtual analog). Comunque, un altro consiglio che ti do è quello di provarla di persona e di leggere altre recensioni in rete.

      Concludendo, se vuoi un buon prodotto con una miriade di suoni dal panorama analogico pronti all’uso e pronti ad essere editati quel tanto che basta per farti prendere confidenza con questo tipo di sintetizzatori questo è quello che fa per te. Se invece intendi puntare tutto sul MIDI controller e i suoni hanno un’importanza inferiore, nel senso che ti scegli i prodotti di tuo interesse un po’ alla volta, ti conviene propendere per un prodotto di fascia superiore (come la Impulse o la SLMKII di Novation) che però costa di più. Al prezzo dell’Analog Experience hai MIDI controller che, a mio avviso, sono di qualità minore o uguale…ma niente suoni. Spero di esserti stato d’aiuto.

      Reply

  • Gil

    |

    Gentile e d’aiuto come sempre, grazie! :)

    Ho cercato, ho cercato e ho cercato….ho chiesto, ho domandato e mi sono convinto, anche grazie al tuo aiuto :)
    Io ero indeciso tra questa e la Sl mk2, ma credo proprio che comprerò l’AE alla Midiware ora che torno a Napoli (spero con uno sconticinooo! :)..)
    In ogni caso, tu intendi la V-Collection dicendo “tutta la suite Arturia”? (nella quale, se non sbaglio, hai libera possibilità di editare come ti pare, vero?!?)
    ..Spero di poterla avere in futuro……

    E un’altra cosa che vorrei capire (data la mia ignoranza poiché novello, e non solo…) cos’è quell’ingresso MIDI Breath Control sul retro??

    Grazie ancora Antonio :) è sempre un piacere!!

    Reply

    • Antonio Antetomaso

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      Si, per V-Collection intendo tutta la suit di software virtual analog Arturia….che puoi comprare anche un prodotto alla volta, in base alle tue necessità, naturalmente. Il breath controller è un dispositivo che invia un segnale di controllo (mappato come messaggio di control change), sulla base del respiro umano (tipo uno strumento a fiato). Ci puoi controllare qualunque cosa: un glissato, l’apertura di un filtro, ecc….
      Un saluto e buon acquisto.

      Reply

    • Antonio Antetomaso

      |

      Si, per V-Collection intendo tutta la suite di software virtual analog Arturia….che puoi comprare anche un prodotto alla volta, in base alle tue necessità, naturalmente. Il breath controller è un dispositivo che invia un segnale di controllo (mappato come messaggio di control change), sulla base del respiro umano (tipo uno strumento a fiato). Ci puoi controllare qualunque cosa: un glissato, l’apertura di un filtro, ecc….
      Un saluto e buon acquisto.

      Reply

        • Antonio Antetomaso

          |

          Uhm…ad occhio mi sembra una periferica creata solo per essere collegata al computer, dato che sembra trasmettere i messaggi di CC solo su USB. Io ho sempre conosciuto questo.

          http://usa.yamaha.com/products/music-production/accessories/breathcontrollers/bc3a/?mode=model

          Ciò non toglie che, essendo il motore dell’AE un software, potrebbe funzionare. Non so se lo puoi collegare alla tastiera però, non vedo la parte che va alla bocca…sembra solo un adattatore.

          Reply

          • Antonio Antetomaso

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            Credo di aver capito. Il breath controller originale Yamaha, è formato da tre parti sostanzialmente: il dispositivo tipo cuffia che va posto sul capo e offre una sorta di bocchino per soffiare, una scatoletta (il controller appunto) che commuta il segnale elettrico ricevuto in dati midi e li trasmette su cavo coassiale e il cavo appunto. Questo adattatore ti consente di sostituire il coassiale con l’usb. Ma alla tastiera devi collegare il primo componente…quello che ti consente di soffiare.

            Reply

          • Antonio Antetomaso

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            Piccola errata corrige: il controller originale Yamaha è solo il BC3A. La scatoletta che trasforma il segnale in dati midi è fornita da Midi solutions,

            http://www.midisolutions.com/prodbth.htm

            Quello segnalato da te dovrebbe sostituire la scatoletta per portare il segnale midi su USB.

            Reply

  • Gil

    |

    Tra le altre cose….mica sai se c’è in vendita un qualche case o borsa per l’AE da 49 tasti sul mercato?? :)

    Reply

    • Antonio Antetomaso

      |

      Proprio dell’Arturia non mi risulta, ma sicuramente ce ne sono per midi controller da 49 tasti generichi. Prova a dare un’occhiata su http://www.thomann.de. Sono fenomenali e hanno ottimi prezzi.
      A presto.

      Reply

      • Antonio Antetomaso

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        Oops….”generici” naturalmente, maledetta tastiera…

        Reply

    • Antonio Antetomaso

      |

      In generale, controlla anche il prezzo che ti pratica http://www.thomann.de per l’AE ad 49 tasti. A volte offrono dei bundles molto convenienti.
      😉

      Reply

  • danilo

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    Io ho provato la impulse25 e se mi posso permettere e’ un plasticone senza precedenti,ho anche provato l’analog experience e secondo me e’ qualitativamente una spanna sopra.se può interessare ovviamente.

    Reply

    • Antonio Antetomaso

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      Io ho provato la impulse49 e l’ho trovata un ottimo prodotto, completo più che altro. Sul discorso della manifattura sono d’accordo con te, mi ha colpito di più l’AE. Infatti ho preso quella..:)

      Reply

  • Gil

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    Grazie mille Antonio!!
    Sei stato di grande aiuto :)…alla prossima allora!

    Reply

  • Antonio Antetomaso

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    Grazie a te. Un abbraccio e buon acquisto 😉

    Reply

  • Francesco

    |

    Ciao Antonio, volevo sapere se in qualche modo potrei usarlo come un sintetizzatore normale e collegarlo ad un mixer. Grazie.

    Reply

    • Francesco

      |

      Magari collegando il Mac al mixer per uscita cassa ?

      Reply

      • Antonio Antetomaso

        |

        Ciao Francesco,

        l’AE ha la parte di generazione dei suoni che è software, quindi la risposta è “assolutamente si” a patto di portarti un notebook su cui hai installato il programma e di collegare la scheda audio da cui provengono i suoni del computer al mixer mediante due normalissimi Jack.

        Del resto è quello che si fa normalmente quando si impiegano i virtual instruments software dal vivo no? Ormai è prassi collaudata 😉

        Naturalmente la differenza in questo caso la fa la coppia computer + scheda audio.

        A presto.

        Reply

        • Francesco

          |

          Grazie mille !

          Reply

  • Eugenio

    |

    Ciao Antonio!
    Grazie per le informazioni che hai messo a disposizione, volevo acquistare l’AE 61, quando stamattina mi sono accorto dell’uscita sul mercato di un nuovo prodotto la Keylab 61…
    Visto che sono un novello, vorrei delle informazioni su quali sono le principali differenze tra i due prodotti!
    Grazie infinite.

    Reply

  • Antonio Antetomaso

    |

    Ciao Eugenio,

    sostanzialmente la keylab sembra essere una versione migliorata dell’Analog Experience, che ormai è sul mercato da qualche annetto (benchè ancora in commercio). Leggendo le caratteristiche principali, sembra che le novità maggiori siano da ricercarsi in:

    1) Nuovo software (Analog lab) completamente ridisegnato che offre la possibilità di definire layers di timbri oltre ad un numero di preset decisamente superiore: 5000 contro 3000 dell’Analog laboratory

    2) Più controller sulla parte hardware, con particolare riferimento al numero di pad che da 4 passano a 16 (e non è poco)

    Solo che ancora non è disponibile sul mercato e questo è probabilmente il motivo per cui c’è ancora l’Analog Experience.

    Guarda, benchè quest’ultimo sia un gran bel prodotto giunto ormai ad un ottimo livello di stabilità, ti consiglierei di aspettare l’uscita della nuova serie e di dargli un’occhiata. Tanto ci sarà comunque un periodo transitorio in cui potrai decidere quale dei due acquistare, ma magari lo farai con cognizione di causa, approfittando (sempre magari) di un’offerta vantaggiosa sull’Analog Laboratory per smaltimento ultimi esemplari qualora tu decida di comprare quest’ultimo.

    Da quello che dice Arturia sembra non esserci ragione per non propendere per il nuovo prodotto ma, come sai, trattandosi di un oggetto che fonda il suo funzionamento su di un software, in informatica non necessariamente l’ultima versione è quella maggiormente vantaggiosa e stabile ;-).

    Un saluto.

    Reply

    • Eugenio

      |

      Grazie Antonio!
      Per ora sto aspettando una risposta da quelli dell’arturia che ho contattato ormai una settimana fa per sapere quando sarebbe uscito sul mercato il nuovo prodotto, ancora niente, io aspetto. A te è giunta qualche notizia sull’uscita?
      Buon Proseguimento.

      Reply

      • Antonio Antetomaso

        |

        Sinceramente no, non so se Enrico al Musikmesse ha visto o sentito qualcosa….

        Reply

  • pino

    |

    ho comprato da poco la keylab 61 arturia, volevo chiederti dato che non esiste un manuale in italiano, se potevi darmi qualche delucidazione in merito alla stessa. in particolare al salvataggio dei suoni richiamabili con i pulsanti Snapshots.
    ti ringrazio anticipatamente per l’aiuto

    Reply

    • Enrico Cosimi

      |

      uhmmmm, ti conviene contattare direttamente l’importatore italiano (Midiware) e verificare se hanno in cantiere una qualche traduzione 😉

      Reply

  • antonio

    |

    ciao, ho una arturia 61 analog experience. Sono sincero e devo dire di aver acquistato questa tastiera per la sua robustezza e solidità ma a me serve principalmente come midi controller. devo pilotare un expander esterno e mi sarebbe risultato comodo cambiare rapidamente ch midi per suonare preset diversi. dopo vari sbattimenti ho avuto le indicazioni dal forum arturia che mi ha inviato le memory conf da caricare con il programma MIDI control center 1.1.0 ed avere cosi i snapshot pronti all’uso (snap 1 chmidi 1 snap 2 chmidi 2 e cosi via). A detta loro,per un baco sw, questi salvataggi a tastiera spenta vengono persi e si deve ricominciare da capo ogni volta e sopratutto connettere la tastiera al pc e al sw. E’ possibile che questo settaggio, ovvero canale midi X su snapshot X, si possa fare solo da programma e non direttamente sulla tastiera? Mi puoi/potete aiutare? grazie a tutti per la pazienza.

    Reply

    • Enrico Cosimi

      |

      se è un baco, vedrai che lo risolvono con la prossima revisione software…
      intanto, ho paura che dovrai rassegnarti a passare attraverso MIDI Control Center

      Reply

    • Antonio Antetomaso

      |

      Ho avuto lo stesso problema anche io. Ho risolto creando uno Snapshot creato mediante MIDI control center e salvato in una delle locazioni di memoria numerate. Lo richiamo ogni volta che accendo la tastiera, due secondi e mezzo.

      Certo sarebbe stato comodo se la tastiera avesse mantenuto in memoria l’ultimo snapshot caricato prima di essere spenta. Purtroppo non ci sono santi, questo è il meglio che si può fare.

      A presto.

      Reply

      • Marco Guglielmati

        |

        Ho acquistato una KM KEYLAB61, sono anche utente iOS e win. Per quanto riguarda il manuale italiano della mia km, ho risolto il problema con una app. iOS la Photo Translate, ottima per tradurre fotografando il manuale. Vedrò ora di trovare la corrispondente per win. Un saluto a tutti. Marco

        Reply

  • Marco Guglielmati

    |

    Sempre a proposito del manuale in Italiano per KeyLab61 Arturia, potete usare per la piattaforma Win l’ app Modern Translate, fotografa e traduce. A presto, Marco

    Reply

    • Enrico Cosimi

      |

      sono scelte che competono all’importatore italiano e alla casa produttrice… il suggerimento, comunque, non è da sottovalutare

      Reply

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