Amare il proprio delay – Quarta parte

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Tutorial

Abbiamo visto come mettere in piedi una semplice struttura di looper sfruttando il meccanismo di delay con feedback incondizionato. Prima di lanciarci verso più scomode mete, può essere il caso di prendersi una pausa giocando a moltiplicare la linea di loop per realizzare incastri, poliritmie e sovrapposizioni timbriche.

Di Enrico Cosimi

31 Dly - apertura

Come è facile immaginare, il nostro “looper del poveri” è privo di tutte quelle funzioni di Undo/Redo che sono pressoché indispensabili in qualsiasi realizzazione commerciale; inutile dire che, lavorando con un linguaggio di programmazione più basso, sarebbe possibile implementare ogni cosa… nella struttura Clavia NMG2, ci limiteremo a moltiplicare la funzione già raggiunta, senza pretendere la luna.

La struttura che avevamo realizzato la volta scorsa, nella sua limitatezza di base, permetteva di catturare in loop il segnale audio prodotto dal musicista ogni volta che l’interruttore Loop On lasciava passare il segnale del sintetizzatore verso l’unità di Delay.

24 Dly - LoopMom Sw

Un semplice meccanismo di duplicazione, tutto da perfezionare, può essere il seguente, che si limita a raddoppiare la struttura di looper portando a 1 secondo + 1 secondo il carico sulla CPU (avendo a disposizione 2.7 secondi, c’è ancora abbastanza margine di crescita.

32 Dly - raddoppio

Saltano agli occhi le ridondanze e le tristezze:

  • è inutile instanziare una coppia di terminali DAC 2-Out… tanto vale predisporre un modulo mixer con il quale facilitare la raccolta dei segnali diretto, loop 1 e loop 2 permettendone il bilanciamento;
  • sempre a proposito di gestione uscite: invece della coppia di Crossfader DRY/WET – che, di fatto, duplicano il segnale dry… – tanto vale prevedere un mixer con le regolazioni di volume indipendenti;
  • la gestione dei due interruttori LOOP IN può risultare scomoda, ma attraverso mappatura MIDI, se ne può facilitare il controllo via hardware dedicato.

33 Dly - 2LoopMix

Dopo questa cura, la patch assume un aspetto più pulito: il mixer d’uscita è addirittura dotato di PanPot regolabile per ciascun canale e – senza troppa fantasia – ne approfittiamo per mettere il segnale Dry/Direct al centro e aprire su left/right le uscite dei due looper.

Visto che avanzano ancora 0.7 secondi di RAM nel DSP di bordo, possiamo prenderci il lusso di caricare una terza clonazione del modulo Looper/Delay, dimensionando il suo Max Delay Time su 500 msec. Punto, doppio punto, punto e virgola! Non ci facciamo guardare dietro!

33 Dly - Loop3

Cosa è successo? La terza unità di Delay, pomposamente chiamata Loop 3, è contingentata su una dimensione massima pari a 500 msec; in questo modo, la somma dei tre ritardi (1000 + 1000 + 500) è compresa nel massimo 2700 msec forniti a corredo del DSP utilizzato.

I segnali generati dai tre looper sono miscelati nel mixer di uscita, con possibilità di regolare volumi e posizionamento stereo individuale.

Come è ovvio:

  • con un sintetizzatore così limitato, ha poco senso generare tre loop simultanei; sarebbe meglio potenziare la sezione di sintesi in modo da realizzare velocemente suoni diversi da catturare nelle tre memorie;
  • c’è da fare i conti con i tre tasti di Loop On che servono a caricare nelle rispettive memorie RAM i segnali catturati; tre controlli sono più impegnativi di un solo controllo per la gestione live…
  • potrebbe essere interessante avere un controllo globale e complessivo sul Delay Time, una sorta di master time con il quale contrarre o elongare i tempi delle ribattute, rispettando i rapporti ritmici creati.

Quest’ultima considerazione, ci permette di introdurre l’argomento principale della prossima puntata; per ora, basterà fare qualche esperienza con un generatore bipolare di costante che utilizzeremo per inviare ai tre parametri di Delay Time (nei rispettivi moduli Delay) un valore comune di contrazione/elongazione regolabile a discrezione dell’utente. La prossima volta, come promesso, vedremo cosa fare quando si decide di fare il solletico alla linea di ritardo.

34 Dly - TimeMaster

Qualche considerazione con cui accompagnare lo studio dell’immagine qui sopra:

  • il generatore di costante T I M E (in alto a sinistra, di colore rosso) fornisce un valore bipolare compreso tra -1 e +1 con il quale modulare i tre Delay Time dei tre moduli Delay; ovviamente, per far accettare in full range la modulazione, i tre indici di modulazione sono posizionati sull’estrema posizione oraria – controllare per credere – altrimenti, l’effetto non è completo nella sua escursione;
  • purtroppo (o, per fortuna, se amate la glitch music), gli algoritmi di digital delay Clavia non sono paragonabili ai glide delay Lexicon della vecchia scuola: quando accelerate il Delay Time (cioè quando inviate una costante di polarità negativa che accorcia il Delay Time) e quando lo fate rallentare (con una costante di polarità positiva che allunga il Delay Time), il contenuto audio della RAM oltre a variare d’intonazione, è progressivamente “rovinato” da una serie di artefatti dovuti alla contrazione e/o all’elongazione;
  • minimi cambiamenti possono passare timbricamente inosservati; energiche deviazioni dai valori nominali avranno effetti drastici sul risultato audio finale;
  • se esagerate con l’accelerazione del Delay Time, semplicemente, distruggerete il segnale in transito e vi ritroverete con un imbarazzante silenzio che non potrà essere più recuperato neppure rallentando nuovamente il Delay Time;
  • per mettersi al riparo da catastrofi indesiderati, potete tenere in considerazione l’ipotesi di limitare l’indice di modulazione, cioè di impedire al valore di costante il raggiungimento quantitativo delle massime posizioni di controllo.

E’ una scelta importante, e deve essere valutata con cura.

Nel linguaggio Clavia, un indice di modulazione pari a 46,9/100 è sufficiente a garantire la completa escursione del generatore di costante (completo antiorario/completo orario) senza impallare le linee di ritardo.

A questo punto, abbiamo per le mani un meccanismo particolarmente potente: possiamo catturare un qualsiasi segnale audio, possiamo sovrapporre altri segnali, possiamo variare la loro velocità/intonazione percepita e possiamo ridurre in cenere il contenuto armonico originale con poche operazioni sui controlli giusti. 

La Glitch, il Noise e il Loop ci guardano dall’alto e ci benedicono.

La prossima volta, smonteremo la struttura, tornando ad una singola cella di memorizzazione Delay, e approfondiremo gli inferni timbrici ottenibili modulando (e stramodulando) il Delay Time con segnali di controllo generati direttamente dalla struttura di sintesi.

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Comments (1)

  • Ciro Urselli

    |

    Ottimo Maestro, come sempre! Ci vuole del tempo per metabolizzare e mettere in pratica la quantità di nozioni che con generosità ci trasmette in ogni lezione. Aspetto con ansia sintetica le lande perdute degli inferni timbrici! :)

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