Alkex Professor: un controller hardware per Arturia Prophet V

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Gear

Per quanto reso scomodo dal dongle USB hardware, Arturia Prophet V ha rappresentato un potente punto d’unione tra le classiche sonorità del Prophet 5 (il re dei polifonici analogici) e quelle più organicamente digitali del Prophet VS. Oggi, esclusivamente su Ebay, è possibile procurarsi un controller hardware dedicato alle sole funzioni virtual analog del Prophet V, con tutti i potenziometri al punto giusto.

Di Enrico Cosimi

Se per voi le manopole sono indispensabili, questa potrebbe essere la volta buona…

Professor è un controller con 27 potenziometri soft touch, 25 interruttori retroilluminati  (simili a quelli utilizzati nell’apparecchio hardware originale), interfacciamento MIDI over USB incorporato, alimentazione desunta dalla connessione UBS.

La struttura è in legno di quercia, la disposizione dei controlli – ovviamente – ricalca quella dell’apparecchio originale. Il buy now richiesto è pari a 399 dollari americani, con possibilità di restituzione entro i primi trenta giorni.

 

 

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Comments (8)

  • Gianluca65

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    Siamo però sempre alle solite. Basta metterli vicino a confronto e si scopre che il carattere, il corpo, il calore, la naturalezza, l’acusticità, la presenza, l’espressività, il movimento, la personalità, l’anima, l’ispirazione, la bellezza, il piacere del suono originale del Prophet-5 resta tutta un’altra cosa. Non c’e niente da fare, pecunia permettendo, bisogna comprarsi l’originale!!

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    • Enrico Cosimi

      |

      parlo da ex possessore di prophet 5 (quindi, non del tutto imparziale…): ho il sospetto che la differenza tra l’elusiva qualità “viva” dello strumento analogico vero sia raggiungibile in tempi umanamente tollerabili; un poco come accade/è accaduto/accadrà per la fotografia digitale. Fintanto che hai 400 Mb per documentare un’immagine 60x60mm, è chiaro che viene una porcheria, ma quando inizi ad avere 1 Gb per gli stessi 60×60, le cose migliorano DI TANTO. Tra un paio di anni, probabilmente i dorsi digitali avranno 500 Gb per immagine, e a quel punto ti saluto nostalgia per la pellicola invertibile analogica.
      Stesso discorso per il software: Il Prophet V virtuale non suona male, ma è lontano dalla ricchezza dell’oggetto vero; se però ipotizziamo un futuro in cui, “muscolarmente”, chi scrive software può modellare e documentare tutte le variabili analogiche – che non sono infinite… già oggi, esistono eccellenti programmi di circuitazione virtuale, usati nell’industria per testare prototipi senza costruirli, che definiscono il funzionamento del SINGOLO transistor con 400 parametri liberamente regolabili… – dicevo, quando il programmatore non dovrà preoccuparsi di far pesare 1 Gb il proprio Prophet V, perchè dentro ci ha messo tutto tutto tutto tutto e – parallelamente – quando avremo interfacce audio di densità/sample rate al di sopra di ogni sospetto, il confronto timbrico sarà pareggiato.

      Rimane il discorso dell’interfaccia utente: legno, lamierino metallico, manopole di un certo tipo, tastiera J-wire e tutto il resto; ma quelle sono cose che si sconfiggono con la tenacia e il denaro. (giusto qualche giorno addietro, parlavo con un guru degli hammond e mi diceva che stava pensando di fare un clone elettrofonico CON L’ODORE della meccanica originale – olio, metallo, cotone, fili rivestiti, bachelite… – roba da non credere).

      Insomma: per ora, ancora l’originale è superiore, ma tra una generazione chi potrà dirlo? :-)

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  • Ricky

    |

    ben vengano questi oggetti e questo, tutto sommato, mi pare che abbia anche un costo ragionevole. Gestire un software tramite un mouse è la cosa che mi piace di meno. Riguardo al suono, come sempre è una cosa molto soggettiva. Io trovo che molti plugin siano superiori a tantisimi synth che ho avuto o ancora possiedo. In più non si rompono e costano una stupidaggine confronto alla controparte hardware. Mi ripeto ma io preferisco guardare avanti ed investire i soldi in macchine innovative piuttosto che sborsare fior di quattrini per oggetti ormai superati (seppur meravigliosi e storici) e se posso avere qualcosa che gli si avvicina come l’accopiata P5V + controller ad un prezzo così non posso che esserne felice anzi stra felice.

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  • Dropout

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    Il tipo del Hammond non dice una cosa così fuori dal mondo, ho la fortuna di possedere alcuni ottimi analogici, oltre che molti soft synth… ma in particolare, uno, manco il più quotato, il Crumar DS2, quando lo accendo, e dopo 10 minuti rilascia quel bellissimo odore di trasformatore e legno scaldato… ecco non c’è storia: non solo il suono conta ma anche il tatto e l’atmosfera che “rilascia” in studio sanno ispirare la session.
    Oltre ad esso pure un mixer mono valvolare della Geloso, del ’59 (suono spettacolare!), che a volte accendo anche solo per creare il giusto “odore” ambientale :)

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  • Ricky

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    ahah, invece a me l’odore che esce dal mio Syntex quando lo accendo non mi pace…potessi toglierlo!!!
    mi da anche parecchio fastidio il rumore della ventola.
    e pure i suoi 30 kg di peso sono un problema per gli spostamenti

    per fortua ha un suono bellissimo ed è fantastico da utilizzare ed è pure bello a vedersi

    il mondo è bello per che è vario

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  • Enrico Cosimi

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    controlla il filtro sulla ventola (quel quadrato di schiuma di gomma tenuto in posizione dalla griglia…): magari si è impregnato di polvere e tira fuori un odore spaventoso :-)

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  • Enrico Cosimi

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    per il peso, ho visto un Synthex alloggiato in un cabinet di alluminio, in stile Jupiter 8, per intenderci: pesava MOLTO meno ed era molto meno tozzo da vedere…

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