Korg Gadget – uno sguardo da vicino – terza parte

Written by Antonio Antetomaso on . Posted in Software

Ben ritrovati. Dopo aver esplorato le potenzialità di Gadget in ambito drum machines nella seconda puntata ()

ci accingiamo, in questo terzo appuntamento, a parlare dei gadgets orientati alle timbriche di synth bass.

Di Antonio Antetomaso

FIGURA1

 

Prima di partire, una piccola precisazione: fatto salvo i gadget orientati alle timbriche di drum machines visionati la volta scorsa, non è giusto a mio avviso classificare rigidamente ciascun mini synth confinandolo alla generazione di una ben determinata categoria di timbriche. Con questo voglio dire che, a mio avviso, un gadget particolarmente adatto a timbriche di basso può essere utilizzato con successo per generare timbri di altra natura e il risultato, credetemi, è davvero convincente. Tuttavia, per esigenze di spazio e per non rischiare di conferire carattere enciclopedico a questo nostro percorso insieme, affronteremo ed analizzeremo ciascun mini synth dal punto di vistica della categoria di timbriche per le quali esso è stato concepito e proposto da mamma Korg.

Finita la predica e raccolte le offerte, andiamo alla ciccia. Rullo di tamburi, squillo di fanfare entrino i concorrenti: Chicago, Dublin e Miami. 

 

FIGURA2

CHICAGO

Il nome in codice “Tube bass machine” la dice lunga; trattasi di un gadget concepito per la produzione di linee di basso “acide” e cattive tipiche di contesti techno-house. Diamo un’occhiata da vicino a questo mostriciattolo: Un solo oscillatore capace di generare dente di sega e onda quadra e offrente la possibilità di effettuare una sorta di morphing graduale tra le due forme d’onda nude e crude mediante un comodo potenziometro rotativo.

Accanto a tale potenziometro, un altro dedicato al dosaggio della quantità di “glide” desiderata nel passaggio tra una nota ed un altro.

Un solo inviluppo ADSR con cui regolare filtro ed amplificatore. L’amplificatore può essere controllato solo nel volume di uscita e si può decidere se quest’ultimo parametro è controllato dall’inviluppo o dal semplice segnale GATE ON (nota premuta).

Un unico filtro passa basso (non è indicato se a 24 o 12 db) risonante di cui è possibile regolare frequenza di taglio e risonanza appunto. Altri parametri di regolazione riguardano:

  • Il livello di incidenza dell’inviluppo sulla frequenza di taglio. Ruotando il potenziometro verso valori negativi l’inviluppo funzionerà al contrario naturalmente. Niente male.
  • Il livello di distorsione (drive) introdotta dal filtro (parametro BITE).
  • Livello di morphing in frequenza del segnale in input conferendo ad esso un carattere più aggressivo (parametro GNAW).

All’utente è offerta una sezione effetti niente malaccio: nella lista compaiono un paio di riverberi, un paio di delay, chorus/flanger, phaser, equalizzatore, ring modulator, decimator, compressore. Di ciascuno di essi sono regolabili due parametri, che cambiano in base alla tipologia di effetto selezionata.

Infine un funzionale e irrinunciabile arpeggiatore di cui è possibile regolare:

  • Estensione a una ottava, a due ottave o a tutte la tastiera disponibile per il gadget.
  • Il tipo di arpeggio: up, down, up/down.
  • La velocità in frazioni di battuta. Ecco se per quest’ultimo parametro si fosse optato anche per un dosaggio continuo oltre che discreto sarebbe stata cosa buona e giusta, convenite?

In ogni caso, un bel diavoletto non c’è che dire, aprite le orecchie…

 

FIGURA3

DUBLIN

Dal sapore nettamente più caldo, analogico e classico, Dublin si configura come un mini synth ispirato alle timbriche di basso più rotonde e profonde, come zio Bob insegna. Anche l’interfaccia del gadget sembra gridare a gran voce il contesto per il quale esso è stato concepito. Diamogli un’occhiata, tenendo presente che questo gadget non si presta molto bene solo per le timbriche di basso ma anche per la generazione di lead penetranti e ricchi, complice anche la più che convincente patchbay virtuale implementata, quasi a ricordare il MOOG modulare.

Due le sezioni offerte da questo gadget, entrambi richiamabili dal pulsante in alto a sinistra, accanto al selettore di presets:

SYNTH: controlli principali su VCO, VCF, VCA e mixer;

PATCHBAY: modulazioni e patchbay virtuale.

Iniziamo dalla prima sezione, tra l’altro presentata nella figura precedente. Percorso audio da sinistra verso destra e organizzazione dei controlli MINIMOOG style:

  • VCO1 offrente onda tiangolare, dente di sega e impulsiva a simmetria variabile. Controllo “SHAPE” per alterare la simmetria della forma d’onda e controllo di intonazione per piedaggi di ottava da 32’ a 4’.
  • VCO2 offrente onda trangolare, dente di sega e onda quadra. Controllo di intonazione FINE e per piedaggi d’ottava come VCO1.
  • MIXER per dosare i due oscillatori e un generatore di rumore bianco.
  • FILTRO passa basso risonante con controllo della frequenza di taglio, della risonanza e del livello di incidenza della dinamica sulla medesima frequenza di taglio.
  • AMPLIFICATORE controllabile mediante un inviluppo di tipo ADSR.
  • PORTAMENTO e abilitazione/inibizione della modalità LEGATO (innesco dell’inviluppo in modalità GATE o TRIGGER).

La sezione “Patchbay” di Dublin consente invece di accedere alle sorgenti e alla matrice di modulazione.

FIGURA4

Tale sezione offre due generatori LFO chiamati MG (Modulation Generator) 1 e 2 rispettivamente ed un generatore di inviluppo ADSR. Tutti e tre sono liberamente ruotabili mediante patchcord virtuale alle seguenti destinazioni:

  • Simmetria della forma d’onda del VCO1.
  • PITCH di VCO1 e VCO2.
  • PITCH di VCO2.
  • Volume di VCO1.
  • Livello di VCO2.
  • Livello del generatore di rumore.
  • Frequenza del filtro.
  • Gain dell’amplificatore.
  • Frequenza del MG1.
  • Frequenza del MG2.

Dei due MG, è possibile regolare l’indice di modulazione, la forma d’onda, il reinnesco alla pressione di ogni nota, la frequenza e la sincronizzazione al clock di sistema.

Capito  che roba? Un bel giocattolino non c’è che dire. Beccatevi questo video, per apprezzare come suona.

Diciamo che DUBLIN è tra i Gadget che mi hanno convinto di più e non è difficile immaginare perchè. Veniamo, ordunque, all’ultimo della lista, non di certo per ordine di importanza.

 

FIGURA5

MIAMI

Vi piace il genere Dubstep? No? Cambiate Gadget. Eh già perchè il signorino in questione è stato pensato proprio per generare wobblingsynth bass da farvi tremare lo stomaco e, quindi, ben si presta a questo genere musicale che fa di queste timbriche le sue fondamenta.

Dall’interfaccia tutt’altro che classica e di colore verde futuristico, Miami sfodera le sue tre armi più potenti: X-MOD, CRUSH e WOBBLE. Analizziamole nel dettaglio insieme.

In merito alla prima, il synth basa il suo funzionamento su di un meccanismo di cross modulazione tra due oscillatori. L’oscillatore “carrier” è controllabile nella forma d’onda riprodotta (triangolare, dente di sega, quadra), nel volume, nell’intonazione e nel livello di un suboscillatore che si va a sommare alla forma d’onda principale appunto.

L’oscillatore modulante invece, è controllabile nella forma d’onda generata (le stesse della portante con una forma d’onda impulsiva in aggiunta), nell’indice di cross modulazione, nell’intonazione e nel volume. Provate a giocare con le forme d’onda dei due oscillatori per tastare con mano la varietà di timbriche che si possono ottenere. Non ne rimarrete delusi.

Naturalmente i giochi non finiscono qui, basta guardare quello che si può fare con il filtro. Trattasi di un passa basso non risonante (contrariamente a quanto asserisce il manuale) controllabile solo nella frequenza di taglio…MA…offrente un effetto CRUSH che genera delle armoniche aggiuntive capaci di alterare completamente il colore della timbrica prodotta, provare per credere. E, scusate se è poco, mediante il controllo WOBBLE è possibile dosare la modulazione della frequenza di taglio del filtro ad opera di una delle forme d’onda presenti all’estrema destra (triangolare, rampa ascendente, rampa discendente e quadra), ciascuna delle quali, a sua volta, è regolabile nel rate in frazioni del clock di sistema.

Presente infine un effetto “glide” dosabile (in alto a sinistra) e un controllo per aumentare la stereofonia della timbrica riprodotta. Anche per Miami è presente una vasta gamma di preset con cui sperimentare e divertirsi.

Date un’occhiata al video per vedere di cosa è capace questo gadget.

Visto come WOBBLA bene?

La prossima volta parleremo di timbriche lead. Anche lì Gadget non delude di certo, stay tuned!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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