Vermona randomRHYTHM in profondità

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Gear

Abbiamo avuto modo di lavorare per qualche giorno con il potente gestore di eventi Vermona randomRHYTHM e, ora che la polvere si è depositata, possiamo analizzare con maggior chiarezza il suo funzionamento e i suoi (eccellenti) comportamenti all’interno della struttura Euro Rack.

Di Enrico Cosimi

vemona randomRHYTHM 700

Ricordiamo, per quanti avessero perso la puntata di  presentazione, che randomRHYTHM è un gestore di Clock/generatore di eventi ritmici su base probabilistica: il musiicista può decidere che peso possono avere, nel ritmo generato, eventi ai quarti, agli ottavi, ai sedicesimi o con andamento terzinato. Come è facile immaginare, dosando con accuratezza le diverse deinsità, diventa facile generare flussi ritmici che – opportunamente collegati a sequencer, arpeggiatori o a semplici articolazioni di inviluppo – rendono meno statico e più affascinante l’ascolto.

Primo approccio

Una volta aperto l’imballo, appaiono il modulo vero e proprio, quattro viti M3 con altrettante rondelle in plastica (usatele quando avvitate il modulo al cabinet ed eviterete ogni forma di rack rash), il flat cable 10 poli – 16 poli per il collegamento elettrico (la banda rossa deve essere orientata verso il basso), un manualetto cartaceo tedesco/inglese particolarmente dettagliato. Per soddisfare curiosità preventive, sarete felici di sapere che ilmanuale è disponibile sul sito Vermona sotto forma di pdf liberamente scaricabile.

Il modulo è largo 24 HP e la sua profondità (25 millimetri) lo rende facilmente installabile all’interno degli skiff più perversi (compresi quelli di struttura modulare commercializzati da un noto produttore italiano).

L’alimentazione richiesta è limitata al solo ramo +12V, con assorbimento pari a 110 mA; le tensioni -12V e +5V non sono utilizzate.

randomRHYTHM produce impulsi di trigger con densità e disegno ritmico variabile; dal punto di vista elettrico, i trigger sono generati con ampiezza pari a +10V e durata pari a 10 msec (sufficienti a smuovere anche i circuiti più pigri nel panorama Euro Rack); in ingresso, per sincronizzare il modulo o influenzarne il comportamento dall’esterno, è necessario inviare impulsi che abbiano almeno livello pari a +2V.

 

randomRHYTHM

Il modulo può essere definito con sufficiente accuratezza come “trigger-sequencer/generator a doppia struttura indipendente”; ciascuna metà del pannello comandi si riferisce, infatti a un’unità di elaborazione indpendente, che può essere  personalizzata nel comportamento. Compagni naturali del modulo, destinazioni quasi inevitabili per gli impulsi elaborati internamente possono essere: generatori di inviluppo, moduli percussivi, step sequencer, arpeggiatori, electronic switch per cambiamento di stato, ingressi di sincronizzazione per audio delay… in pratica, qualsiasi cosa possa avere senso ritmico o transiente all’ijnterno della vostra patch.

Un gestore randomizzabile di trigger genera autonomamente, o preleva dall’esterno, un treno di impulsi la cui densità e andamento ritmico può essere influenzato attraverso le preferenze “quantitative e qualitative” specificate dal musicista. Nel modo più semplice, il circuito può essere impiegato per la sola generazione isoritmica di impulsi sui quali sincronizzare l’avanzamento costante di step sequencer; se però il musicista decide di “far interpretare” la densità di impulsi al circuito, gli si può concedere in modo progressivo sempre maggior potere decisionale se emettere o no un determinato impulso ritmico, rendendo il pattern generato sempre corretto dal punto di vista della tenuta ritmica, ma costantemente nuovo – e qunidi non prevedibile – dal punto di vista della figura musicale solfeggiata. 

La possibilità di lavorare tanto in generazione autonoma di Clock quanto interpretando – e randomizzando – un flusso ritmico esterno rende ancora più versatile l’apparecchio.

vemona randomRHYTHM 700

Interfaccia utente

randomRHYTHM ospita due sezioni di circuito indipendenti e identiche tra loro che possono elaborare, o generare, treni di impulsi per la sincronizzazione di eventi esterni. Ciascuna sezione è dotata di controlli relativi a:

  • 1/4, 1/8, 1/16, 1/13 probability slider; alzando la posizione dei cursori, si aumenta la probabilità che gli eventi con gli intervalli ritmici corrispondenti vengano generati dal circuito; gli slider incorporano un LED rosso di segnalazione che lampeggia ad ogni nota/evento generato.
  • Uscite 1/4, 1/8, 1/16, 1/3; sono le uscite di trigger individuali, che emettono le densità ritmiche corrispondenti rendendole disponibili per la generazione di eventi all’interno della patch.
  • Uscita SEQ OUT; l’uscita offre il mixaggio dei quattro flussi ritmici identificati in precedenza con la comodità di un’unica connessione alla quale tutti risultano disponibili.
  • Ingresso CLK IN; per ricevere un treno di impulsi dall’esterno e usarlo come asse ritmico di riferimento dal quale estrarre e generare gli incastri ritmici necessari.
  • Tasto OFFBEAT; il comando evita che sulle uscite 1/8, 1/16, 1/3 ci sia sovrapposizione tra la generazione di impulsi sugli accenti forti della battuta. Quando OFFBEAT = ON, tutte le uscite di trigger producono impulsi sul 1, 2, 3 e 4 della battuta; quando OFFBEAT = OFF, solo l’uscita 1/4 emette impulsi su 1, 2, 3 e 4 mentre le altre lavorano “in levare” evitando l’accento forte.

vermona Offbeat off

Offset Off

vermona Offbeat on

Offset On

  • Controllo SWING; permette di disallineare la simmetria tra e note pare e dispare nella quartina simulando il caratteristico swing dell’esecuzione jazzata; ovviamente, l’effetto non è applicabile alla semplice densità eventi pari a 1/4; per ascoltare qualcosa di swingato, occorre che il cursore 1/16 sia in posizione almeno diversa da zero.
  • Tasto DICE; permette di lanciare il dado che genera un corredo di valori casuali che copre la durata della battuta da 4/4 o 4/3 prevista dal musicista (ulteriori particolari in segito), oppure di far lavorare continuamente e senza ripetizioni il motore di randomizzazione interno.

C’è una serie di comandi che influenzano l’intero funzionamento del modulo:

  • Tasto TAP; permette di battere il tempo per decidere la velocità del Clock interno; una pressione prolungata sul tasto commuta il funzionamento del modulo sull’eventuale segnale di Clock esterno ricevuto da ciascuna sezione alle rispettive porte CLCK IN.

Attenzione! Due segnali diversi di Clock esterno possono gestire ciascuno metà del modulo per produrre comportamenti ritmici in completa indipedenza. 

  • Tasto EDIT; permette l’accesso alle funzioni “sotto al cofano” previste dal modulo. I comportamenti di EDIT sono mantenuti in memoria anche a macchina spenta e consentono di influenzare l’intero funzionamento del sistema. Quando si entra nel modo EDIT (ulteriori particolari in seguito), i LED rossi dei cursori si spengono, perché i cursori diventano altrettanti data entry dei parametri corrispondenti; nel modo EDIT, i due tasti DICE presenti nelle sezioni di circuito diventano rispettivamente SELECT (parameter) e SET (value).
  • Ingresso RESET IN; una tensione superiore a 2 Volt  collegata a questo ingresso azzera i calcoli in atto e blocca ogni generazione ritmica effettuata dal modulo; appena la tensione scende sotto i 2 Volt, la generazione ritmica riprende.

 

La teoria – almeno in parte

Anche se la musica elettronica più diffusa sembra lavorare solo in 4/4 (ma, anche nei confronti di questa banale affermazione, si potrebbe discutere a lungo…), la semplice variazione di quando deve succedere un evento o se deve succedere rende possibile variare all’infinto l’effetto finale della musica stessa. Immaginate quindi la possibilità di annerire, in un ipotetico foglio di carta a quadretti, con 16 quadretti per altrettanti sedicesimi di battuta, i singoli eventi/quadretto e, con questi, innescare il playback di una analog kick o l’avanzamento dello step sequencer.

Nella sua forma più semplice di utilizzo, randomRHYTHM produce – a velocità data – una sequenza stabile e omogenea di impulsi

  • ai quarti
  • agli ottavi
  • ai sedicesimi
  • ai dodicesimi (una terzina di crome ogni quarto)

I quattro treni di impulso sono disponibili simultaneamente sulle quattro uscite dedicate (sono riconoscibili per la frazione serigrafata sul pannello) o in somma sull’uscita complessiva SEQ OUT.

Qui accade la magia: la regolarità dei quattro flussi ritmici è completa (al 100% delle probabilità) se i relativi sllider verticali sono regolati al massimo della propria escursione. Il musicista ha potere di influenzare se – per dire – il circuito suonerà tutti e sedici i sedicesimi previsti nella battuta, o se con sempre maggior libertà decisionale l’apparecchio potrà suonare o non suonare certi sedicesimi all’interno della battuta. Quali sedicesimi saranno eseguiti e quali verranno eliminati? Questo è il bello: la decisione spetta a randomRHYTHM in base a complesse regole interne che gli alchimisti Vermona hanno pazientemente distillato nel loro castello.

Ad esempio, se si isola il flusso  4/4, facendo per ora astrazione da alcuni passaggi indispensabili di programmazione – cioè, se si concede al circuito di generare tutti e quattro i quarti possibili, si ottiene un disegno ritmico di questo genere:

vermona 1:4

Se si preleva l’uscita della sezione 1/8, sempre facendo astrazione dalle necessarie regolazioni, si ottiene:

vermona 1:8

Se si preleva l’uscita della sezione 1/16, si ottiene:

vermona 1:16

Se si preleva l’uscita della sezione 1/3 si ottiene:

vermona 1:3

Immaginate di avere quattro oscillatori, accordati su note diverse e articolati con quattro amplificatori con envelope generator dedicati; ora, immaginate di far partire gli inviluppi con le uscite di trigger disponibili a 1/4, 1/8, 1/16, 1/3… pensaate a quanti possibili effetti musicali potete ottenere semplciemente differenziando l’accordatura degli oscillatori.

Ora, immaginate di poter influenzare il circuito nei confronti di due punti critici della performance:

  • se suonare o meno le note, accendendo o spegnendo arbitrariamente le note/evento in base ai complessi algoritmi di randomizzazione
  • se emettere dalle uscite dedicate tutti gli eventi o solo quelli non compresi nelle uscite adiacenti in base al modo offbeat (ulteriori particolari in seguito)

La mente vacilla. :-)

 

Come deve essere calcolato il flusso di randomizzazione?

Una volta che la posizione fisica dei quattro cursori A, B, C e D è stata regolata e ha prodotto un certo tipo di incastro casuale di trigger, randomRHYTHM può ripetere l’equilibrio ottenuto per tutte le battute – una dopo l’altra – in modo sempre uguale; oppure, il modulo può elaborare variaizioni casuali con continuità, senza che il flusso risulti mai uguale a se stesso (ovviamente, su una scala di valori adeguata alla sensibilità umana). Nel primo caso, il modulo si trova a lavorare in modalità DICE On (sul tasto DICE, si illumina il LED verde); nel secondo caso, il modulo lavora in comportamento DICE Off.

Il musicista può “tirare il dado” quante volte vuole e, ogni volta, allo scoccare della nuova battuta da 4/4 o da 3/4, il circuito proporrà una nuova combinazione ritmica casuale.

Se il tasto DICE è premuto velocemente, si tira nuovamente il dado; se la pressione è prolungata, il LED si spegne e il circuito entra in modalità generativa real time; la scelta effettuata viene ricordata anche durante il ciclo di spegnimento del sistema. Questo significa che, una volta raggiunta una condizione interessante, si può spegnere il sistema, chiuderlo nella custoria, raggiungere la location del liveset, acccendere il sistema e continuare a lavorare con lo stesso pattern.

Eccellente.

 

Il modo EDIT

Garantisce l’accesso a quattro parametri di impostazione globale:

  • A = DICE 3/4; il circuito deve procedere con battute da quattro quarti o da tre quarti? Se il LED si accende, si lavora in tre quarti. Da non sottovalutare la condizione nella quale una sezione del modulo lavora in quattro quarti e una in tre quarti…
  • B = DIV OUT: RND; si può abilitare individualmente o disabilitare la randomizzazione sulle uscite a densità 1/4, 1/8, 1/16, 1/3. Con la randomizzazione disabilitata, l’uscita produce un treno di impulsi dritti in base al valore ritmico corrispondente (tutti i quarti, tutti gli ottavi, tutti i sedicesimi possibili nella battuta). Come già specificato in precedenza, se il comportamento OFFBEAT è abilitato, gli eventi alle uscite 1/8, 1/16, 1/3 seppur privi di randomizzazione non suoneranno sugli accenti forti, lasciandoli come esclusiva proprietà della sezione 1/4.
  • C = RESET:MUTE ALL; definisce il tipo di reazione che si ottiene quando il modulo riceve un impulso alla porta RESET IN. Si può avere il reset totale, cioè l’interruzione di ogni attività ritmica da parte del modulo (basta che si riceva una tensione superiore a 2 Volt)
  • D = RESET: RESTART DICE;  in alternativa a quanto indicato sopra, si può lanciare un altro dado DICE ogni volta che viene ricevuta una tensione alla porta RESET IN.

 

Impressioni d’uso

Per sfruttare a fondo le potenzioalità di randomRHYTHM occorre avere nel proprio rack almeno quattro unità di generazione/articolazione indipendenti tra loro (meglio ancora se le unità diventano otto).  In questo modo, ciascuna sezione potrà essere pilotata ai quarti, agli ottavi, ai sedicesimi o ai dodicesimi con densità eventi e coincidenza sugli accenti forti della battuta completamente definibili dal motore del modulo.

Se le quattro (o otto) unità hanno timbriche indipendenti, se il musicista ha sufficiente tempo libero le cose iniziano a farsi molto interessanti per l’ascoltatore.

La possibilità di mantenere la configurazione casuale raggiunta a colpi di dadi è un vantaggio enorme e, da sola, può giustificare l’acquisto del modulo. La costruzione, come sempre quando si parla di Vermona, è di prima qualità e il modulo può dare molte soddisfazioni al musicista elettronico in vena di sperimentazioni ritmiche.

Usando randomRHTHM per far avanzare uno o più step sequencer, è necessario prevedere le possibili interazioini/conseguenze del rapporto variabile tra numero degli step (cioè, il numero delle note previste in sequenza) e la densità degli eventi di sincronizzazione: possono passare minuti per passare in scansione una sequenza da 16 eventi (se le probabilità di generazione sono mantenute volutamente basse), o la sequenza può essere eseguita a raffica nel modo più inaspettato possibile.

Il modulo è caldamente consigliato. Buon acquisto.

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