Variphrase: il dominio del tempo (prima parte)

Written by Jacopo Mordenti on . Posted in Gear, Software, Tutorial

Si scrive Variphrase, si legge prendi un campione e fanne quello che vuoi (o quasi): è la tecnologia – e il concetto – alla base di tutta una serie di prodotti Roland degli ultimi anni, dal visionario apripista VP9000 (2000) fino  al consolidato V-Synth GT (2007). Cerchiamo di capirci qualcosa, traducendo in termini pratici i vantaggi di questa tecnologia.

Di Jacopo Mordenti

RVPA3//0

In condizioni normali, tempo e intonazione di un campione sono fra loro indissolubilmente legati: è l’ABC di qualsiasi campionatore e – per farla breve – la ragione per la quale viviamo in un mondo tastieristico popolato da multicampionamenti. Con la Variphrase, al contrario, si è in grado di intervenire in tempo reale sull’intonazione di un campione senza alterarne il tempo, e viceversa: gli scenari che si spalancano sono enormi, e vanno ben al di là del sempiterno loop di batteria da accelerare o rallentare.

variphrase

 

Ragioniamo in termini tastieristici, ad esempio prendendo come punto di riferimento l’architettura di sintesi del V-Synth XT. Abbiamo per le mani una macchina che è capace di stravolgere tempo e intonazione dei campioni che gli diamo in pasto; contemporaneamente essa offre un cospicuo parco di forma d’onda generate matematicamente , nonché – appena più a valle – una batteria di algoritmi COSM per filtrare/processare/effettare il segnale. Fatti due conti, benché nulla vieti di riprodurre con il V-Synth un campione statico, il massimo del risultato lo si raggiunge probabilmente allorquando ci si mette a lavorare con campioni evolutivi, vale a dire con campioni che presentano variazioni più o meno marcate sull’asse del tempo.

 

v-synth xt

Che tipo di variazioni? Lo sweep di un filtro, per dire… anche se a ben vedere il V-Synth dispone di tutti i filtri e gli inviluppi del caso per ottenere lo stesso risultato – e con la massima flessibilità – a valle. Un effetto di vibrato o di tremolo, allora… anche se nemmeno questo esula dalle capacità della macchina, anzi. Ciò che esula, semmai, potrebbe essere il variare del profilo della forma d’onda, giacché il V-Synth non ha modo, di per sé, di fare wavescanning. E allora perché non predisporre dei campioni cangianti dove la forma d’onda risulti passare da un profilo all’altro, trasmettendo magari una certa dose di ritmicità?

Le regole del gioco, una volta di più, non prescindono dalla gratuità degli ingredienti. Nel secondo capitolo di questa breve avventura metteremo mano a un VSTi che sembra perfetto per generare i campioni che ci servono: Zebralette di U-he. Cominciate a istallarlo, a breve arriva la cavalleria.

 

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