René Rochat è morto

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Events

René Rochat era un uomo fenomenale. Partito come docente di lingue straniere e incaricato di formare venditori italiani nel mondo, si era improvvisamente trovato lui stesso proiettato nel ruolo principale, convinto dalla committenza a viaggiare in mille mercati diversi coniugando perfetta padronanza delle più disparate lingue straniere, bellissima voce, figura imponente, una competenza tecnologica costantemente aggioranta e sensibilità commerciale. Insomma, da insegnante a uomo di punta per la pericolosa navigazione nel mondo della tecnologia musicale.

Di Enrico Cosimi
Non erano anni facili, per chi doveva consigliare e far prendere ad altri decisioni importanti: alla fine degli Anni 70 e per tutti gli Anni 80, l’esplosione tecnica (il MIDI, il digitale, l’analogico di fascia alta, i primi software, le DAW) sollecitava in maniera discontinua e devastante tanto chi voleva decidere cosa acquistare quanto chi voleva decidere cosa vendere. René era in grado di riconoscere, nell’oceano di hardware più o meno folli quotidianamente riversati sul mercato, la pepita d’oro che avrebbe potuto influenzare lo sviluppo del mercato e, nel gruppo dei più strampalati personaggi, il valore individuale delle persone che – veramente – contava avere come referenti, come fornitori e, inevitabilmente, come amici.

Fare il giro della NAMM o del MusikMesse con René Rochat significava doversi interrompere ogni due metri e scoprire che i vari Tom, Iketaro, Roger, Bob, Dave, Wolfgang, Ray, John, Bruce eccetera con i quali lo vedevi scherzare, chiacchierare e commentare erano gli stessi Oberheim, Roland, Linn, Moog, Smith, Palm, Kurzweil, Bowen, Crockett dei quali sognavi e apprezzavi incondizionatamente le realizzazioni. Tutti loro consideravano René da pari a pari, ne rispettavano la profonda onestà intellettuale, ne riconoscevano la conoscenza del mercato italiano e si fidavano di lui; in quel periodo, accompagnare René alle fiere ti dava la vertigine di aver avuto (finalmente) accesso all’empireo.
Dotato di un pungente sense of humor, era anche capace di mettere tutto se stesso in gioco quando credeva in un’impresa o quando c’era da sbloccare una situazione; lo ricordo ancora – era l’epoca dei S.I.M. milanesi – bloccare fisicamente il cancello automatico di Porta Meccanica per riuscire comunque ad scaricare fuori orario il Kurzweil K250: eravamo rimasti bloccati in un interminabile cantiere sul tratto autostradale appenninico e la guardia non voleva farci entrare; alla fine dello “sfondamento”, René aveva conquistato -con carne, ossa e pancia, come diceva lui – la posizione e lo strumento era finalmente entrato in Fiera.
Per un certo periodo di tempo abbiamo collaborato professionalmente: nella fase pionieristica della Midiware (con la sua visione di cosa sarebbe divenuto l’impatto dei software nella musica: se in Italia abbiamo usato consapevolmente Steinberg Pro-16, Pro-24 e Cubase, C-Lab, Opcode con tutti i suoi Editor, Intelligent Music, eccetera, lo dobbiamo a Rene e alla pattuglia di ragazzi capeggiata da Francesco Borsotti nel sottoscala di Via dei Monti Parioli…), ma anche dell’avventura Synchro/Syncro Systems (a quattro mani con Nanni Seri Molini e Bosoni) per portando in Italia tutta la tecnologia musicale top level di quegli anni; nominavi uno strumento musicale high tech e, inevitabilmente, trovavi Rene dietro la sua disponibilità: Fairlight CMI, Emulator II, Kurweil K250, LinnII, PPG Wave 2.3, Ensoniq Mirage, Drumulator, una lista infinita.
Devo molto a quel periodo e devo ancora di più a Rene per tutto quello che ho imparato semplicemente avendo il privilegio di frequentarlo. A Daniela, Vega e Guillaume mando il mio abbraccio più sincero; a René tanta riconoscenza.

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