Ora, il Roland JU-06

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Gear

 Sappiamo ormai tutto delle caratteristiche esteriori e sociali (eh eh eh) della serie Boutique. E’ il momento di affrontare il JU-06 come strumento a se stante e passare in rassegna le sue funzionalità. Sia quelle di pannello, che quelle nascoste sotto un diverso tipo di accesso “di sistema”. Per non parlare delle capacità di step sequencing…

JU-06

 

Lo strumento

Ovviamente, il modello funzionale è quello precedentemente incontrato; anche la disposizione dei comandi su pannello rispecchia – con minime variazioni logistiche, l’impaginazione originale.

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Sorgente sonora – DCO

Premesso che la tecnologia ACB già sperimentata nella serie AIRA rende ridicolo parlare di “DCO” o di “VCF”, visto che qui è tutto completamente digitale, continuiamo a usare gli stessi termini per semplificare la lettura.

L’unico oscillatore di bordo per ciascuna delle quattro voci, il DCO appunto, può essere regolato nell’ottava da generare attraverso selezione mutuamente alternativa dei tre tasti 16’, 8’ e 4’: apparentemente, non è prevista alcuna possibilità di intervenire con maggior dettaglio sulla frequenza nominale, perchè lo strumento deve suonare sempre intonato rispetto a un altro sintetizzatore di riferimento. Ma è veramente così?

Nel menu dei parametri di sistema, raggiungibili attraverso pressione simultanea di tasto MANUAL + uno dei sedici selettori di timbro, è possibile definire l’intonazione Master Tune compresa tra 433 e 448 Hertz. Con lo stesso meccanismo, è possibile agire di Transpose per semitoni rispetto all’intonazione nominale; il range è compreso tra -6 e +5 semitoni di deviazione.

Il DCO genera simultaneamente le forme d’onda Pulse e Ramp, si possono accendere con i tastoni corrispondenti; in aggiunta, il mixer di bordo consente la regolazione dei segnali aggiuntivi di Sub Oscillator (onda quadra all’ottava inferiore, quale che sia la forma d’onda di partenza) e Noise.

La simmetria dell’onda impulsiva è regolabile manualmente con lo slider PWM se il selettore adiacente è impostato sulla posizione Manual; in alternativa, con LFO, diventa possibile sfruttare la modulazione ciclica per trattare il rapporto di simmetria PW. (In questo comando, si cela il segreto per fare dei buoni pad sufficientemente carnosi e affascinanti).

La frequenza del DCO è regolabile attraverso LFO dosando l’escursione di modulazione richiesta, lo slider da gestire si chiama, incredibilmente, LFO.

 

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Trattamenti – VCF – HPF – VCA – CHORUS

Il filtro passa basso VCF è modellato sulle funzioni originali Low Pass 24 dB/Oct dello strumento originale. La frequenza di taglio Freq e la resonance Res possono essere regolate liberamente – il filtro arriva in auto oscillazione anche in assenza di segnali prodotti dal DCO di bordo. La frequenza di taglio è sottoposta a tre modulazioni diverse, regolabili indipendentemente: il classico segnale emesso dal generatore ADSR, attenuabile a discrezione e disponibile tanto in versione unipolare positiva che unipolare negativa; il segnale ciclico prodotto dal modulo LFO e il Keyboard Tracking – con quest’ultimo, è possibile aprire progressivamente la frequenza di taglio del filtro mano mano che si sale sulla tastiera o, con la Res al massimo, far suonare la sinusoide generata rispettando correttamente il temperamento equabile (per ottenere un’esecuzione in tonalità, occorrerà posizionare con cura la frequenza di taglio in modo da rispettare le note eseguite sulla tastiera).

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Il filtro passa alto HPF, a differenza della originale versione 1984, qui è gestibile con continuità attraverso slider di controllo (niente selettore a quattro scatti); in questo modo, diventa più comodo pulire il segnale sulle basse frequenze; se dovete fare dei pad aerei e ariosi, questo è il vostro amico.

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L’amplificatore VCA è dotato di regolazione Level che può essere usata per dosare il volume delle patches da memorizzare – non è il modo più funzionale (in termini di rapporto S/N), ma permette di non avere bruschi sbalzi di livello passando da una patch cupa e “chiusa” a una che invece ha maggior aggressiità. Come per tanti altri strumenti, anche in questo caso l’intervento è solo sottrattivo, cioè si può solo attenuare il suono più forte, livellandolo con quello più debole.

Il selettore ADSR/Gate permette di scegliere chi controlla l’apertura automatica dell’amplificatore. Quando si usa il Gate di tastiera, in pratica, si riduce la possibilità di articolazione al semplice On/Off corrispondente alla transizione Nota Off/On e poi Nota On/Off, senza vie di mezzo; fintanto che la nota rimane premuta, l’amplificatore rimane aperto al massimo livello. Se volete simulare questa condizione con un inviluppo ADSR classico, non dovrete fare altro che mettere A a 0, D a 0, S a 10, R a 0. Quando il selettore è posizionato su ADSR, l’unico inviluppo dello strumento controlla anche l’amplificatore.

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Il modulo Chorus è incarnato nei due tastini posti in basso a destra sulla plancia (vicino al comando MANUAL); il suo funzionamento merita una menzione particolare perchè, pur essendo modellato digitalmente, soffia come l’originale (non stiamo scherzando). Se sentite nostalgia del vostro vecchio Juno 106, che iniziava a fare swuooooosh (le vocali indicano la lenta modulazione di fase, eh eh eh), questa è la macchina che fa per voi. Punto. A differenza dell’originale hardware, sul JU-06 sembra che i due interruttori possano essere premuti simultaneamente per differenziare il tipo di modulazione (1+2? Il manuale è molto laconico, come buona parte della più recente manualistica di provenienza nipponica…). Quantomeno, premendo simultaneamente i due tasti, non si ottiene il blocco dell’apparecchio.

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Modulazioni – LFO – ENV – RIBBON 1 e 2

Le modulazioni possono essere di tipo ciclico o transiente. Se quello che serve è un andamento ripetitivo, adatto a gestire la PWM per allargare il suono, a fare vibrati agendo sulla frequenza del DCO o a fare wah wah lavorando sulla frequenza di taglio del filtro, dovrete usare il modulo LFO. E’ dotato di due regolazioni indipendenti per la velocità Rate e per la possibilitè di ritardare anche significativamente l’emissione a piena potenza del segnale modulante. Non ci sono LED di segnalazione per la velocità di marcia (da questo punto di vista, non sarebbbe male – in una prossima revisione software – far blinkare a tempo la lucina rossa che è incorporata nella manigla dello slider Rate); non ci sono forme d’onda diverse tra cui scegliere: triangolare e basta.

L’intensità di modulazione è governabile a destinazione, ma anche tenendo a zero lo slider LFO nella sezione DCO, se strusciate col polpastrello sul ribbon di destra, potrete usarlo per dosare la LFO Modulation impartita. Con un minimo di pratica, non si rimpiangono le wheel “fisiche” dei bei tempi andati.

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Il generatore d’inviluppo è di tipo ADSR; le specifiche originali della macchina rendevano evidenti le incredibili limitazioni nei tempi raggiungibili (solo tre secondi per il maximum attack time); oggi, con la tecnologia ACB, le cose vanno molto meglio ed è possibile ottenere tempi piacevolmente elongati, con i quali programma timbriche che si evolvono in maniera lenta e inesorabile.

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I due Ribbon posti nella parte sinistra del pannello comandi svolgono diverse funzioni, a seconda del modo operativo nel quale si trova l’utente:

  • Nel modo Play (cioè, durante le normali operazioni), lavorano come Bend (C1-Left) e Modulation (C2-Right).
  • In assenza di controller MIDI collegati all’apparecchio (tastiere esterne al MIDI In o K-25 non connessa con il flat cable in dotazione), il ribbon Bend agisce anche come keyboard controller, potendo definire l’intonazione dell’oscillatore (c’è una tabella di scale/quantizzazione tra cui scegliere) e l’articolazione dell’inviluppo ADSR.
  • Nel modo Sequencer (ulteriori particolari in seguito), il ribbon Bend serve, in congiunzione con il tastino Chorus 2, per regolare la velocità di playback del sequencer e, usato durante le procedure di registrazione, permette di inserire la nota desiderata in ogni step di sequenza. Il ribbon 2 Modulation è usato per definire la percentuale di Gate Time comune a tutti gli step o individuale per ciascuno step.
  • Nel modo System, il ribbon Bend serve ad accendere il Portamento On (in congiunzione con il tastino Chorus 2) e il ribbon Modulation governa il Portamento Time.

Attenzione!!! Parliamo in maniera disinvolta di tre modi operativi, ma a differenza di tanti altri strumenti hardware, qui non ci sono tre tasti “fisici” che permettono di passare da un modo all’altro; usiamo il termine “modo” per indicare “la condizione di funzionamento”.

 

Gestione della polifonia

Con quattro voci c’è poco da scialare, su questo siamo tutti d’accordo; in ogni caso, con una combinazione di tasti, è possibile lavorare nel normale modo Poly (rotate), oppure usare una singola voce monofonica Solo (utile per fraseggiare in monofonia con tanto di Portamento) o Unison (impilando tutte e quattro le voci di polifonia sul singolo tasto, o usando due voci per ciascuna nota del bicordo impegnato sulla tastiera). Ah, il Portamento lavora anche in polifonia.

 

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Il sequencer di bordo

JU-06 è dotato di uno step sequencer che può essere caricato dal musicista e che può memorizzare 16 pattern diversi. Non è potente come uno step sequencer standalone, ma la sua presenza – unita ad una serie di furbare non indifferenti – lo rende pressochè irresistibile per produrre velocemente groove e comportamenti ipnotici. Il sequencer, ovviamente, è sincronizzabile e sincronizzante via MIDI.

Come è facile immaginare, la difficoltà più grande è lavorare con una struttura che si appoggia pesantemente alla serie di tastini Patch, Chorus e Manual, ma che non riporta quasi alcun tipo di serigrafia di riferimento. Insomma: occorre imparare a memoria diverse combinazioni di tasti. Come al solito, la pratica costante sullo strumento si conferma il miglior meccanismo per impadronirsi delle procedure.

Per entrare nel modo Sequencer, è necessario premere simultaneamente i tasti CHORUS 2 e MANUAL (almeno questo, è riportato nella serigrafia di pannello); poi, si tratta solo di decidere cosa fare e quale combinazione di tasti premere per raggiungere il valore di parametro desiderato. In linea di massima, se la scelta è un semplice On/Off, ve la cavate premendo tastini adiacenti, ma se il parametro prevede escursioni di valore più ampio, potrebbe essere necessario considerare i sedici tastini come “escursione parametrica possibile” compresa tra minimo (tastino numero 1) e massimo (tastino numero 16); dal momento che le disgrazie non vengono mai sole, non dimenticate che i sedici tastini sono identificati come due serie da otto, cioè 8 + 8 e non da 1 a 16. Tutto chiaro, no?

 

I comportamenti possibili comprendono:

  • Play Start/Stop; tasto MANUAL
  • Tempo; tasto CHORUS 2 + Ribbon C1 Bend
  • On/Off indipendente per ciascuno Step; tasti 1-16 (cioè i primi otto e gli altri otto)
  • Inserimento nota; con il tastierino K-25, basta tenere premuto il tastino dello step che si vuole caricare e premere la nota desiderata (stessa cosa con una tastiera MIDI/USB esterna); in maniera autonoma, si può tenere premuto il tastino di step desiderato e poi si sceglie la nota desiderata con il Ribbon C1 Bend. Per cancellare un inserimento nota sbagliato, basta spegnere lo step corrispondente mentre si invia il codice nota.
  • Inserimento di un legato TIE; basta premere simultaneamente i tastini dei due step che si vuole collegare in legatura; la legatura TIE non fa ripartire l’innesco Nota On del generatore d’inviluppo
  • Gate Time indipendente per ciascuno Step; tenendo premuto il tastino dello step che si vuole modificare, si striscia sul Ribbon C2 Modulation. Ovviamente, l’efficacia della variazione dipende dal tipo di inviluppo programmato
  • Gate Time complessivo per l’intero Pattern; tenendo premuto il tasto CHORUS 2, selezionare la percentuale di Gate Time desiderata strisciando sul Ribbon C2 Modulation.
  • Selezione di uno dei 16 possibili Pattern; tasto CHORUS 2 + il tastino numerico corrispondente
  • Memorizzazione di un Pattern in una delle 16 locazioni disponibili; come sopra (tasto CHORUS 2 + tastino numerico corrispondente), ma con una pressione prolungata – stile memorizzazione sull’autoradio
  • Numero degli Step nel Pattern; con i tast MANUAL+1 premuti simultaneamente, scegliere il tastino numerico corrispondente alla quantità di step desiderata
  • Percentuale di Shuffle; con i tasti MANUAL + 2 premuti simultaneamente, usare i tastini tra 4 e 12 per definire la percentuale di Shuffle richiesta; il default (corrispondente a no shuffle) corrisponde al tastino 8
  • PreScale; a che valore ritmico deve corrispondere il singolo step? La risposta è nel parametro PreScale di 808iana memoria. Con i tasti MANUAL+3 simultaneamente premuti, si sceglie valore pari ai trentaduesimi (tastino 1), ai sedicesimi (tastino 2), ai sedicesimi terzinati (tastino 3), agli ottavi terzinati (tastino 4); il default è la condizione “2”, ovvero pattern che avanza in sedicesimi
  • Ordine di avanzamento degli Step; si può decidere l’ordine di lettura/avanzamento degli step attivi. Con i tasti MANUAL +15 simultaneamente premuti, si raggiunge il comportamento Normal (tastino 1), Even/Odd Reverse (tastino 2), Odd Only (tastino 3), Even Only (tastino 4), Odd Only e poi Even Only (tastino 5), Even Only e poi Odd Only (tastino 6), Random (tastino 7).
  • Comportamento assegnato alla condizione “Step Off”; quando l’interruttore di tastino è spento, possono succedere due cose, selezionabili come tipo di comportamento premendo simultaneamente i tasti MANUAL+16: il tastino 1 definisce il modo Rest (pausa) di default – lo step non viene eseguito, ma il suo valore ritmico è rispettato nella struttura di Pattern; il tastino 2 definisce il modo Skip (salto) – lo step non viene eseguito e la sua durate viene sottratta alla lunghezza complessiva del Pattern.

Come si decide se lo Step Sequencer di bordo va a tempo con il MIDI Clock ricevuto? E’ un’opzion del “modo System”…

 

 

Il modo System

Per entrare nel modo System, cioè per accedere ai parametri di sistema, è necessario tenere premuto il tasto MANUAL e poi agire sui tastini numerici.

Dal momento che lo stesso tasto MANUAL è usato anche per la selezione dei parametri di Pattern Sequencer (ma, in combinazione con altri tastini, prima delle selezioni numeriche vere e proprie), è evidente che la precisione con cui si premono i tasti di prefisso MANUAL, eccetera, diventa FONDAMENTALE per capire poi dove si è andati a sbattere nelle procedure di Edit. Specie le prime volte, non è facilissimo; dal vivo, sotto pressione, potrebbe dimostrarsi una procedura micidiale; ad ogni buon conto, è possibile fare affidamento sul Factory Reset che può riportare tutto lo strumento nella condizione iniziale.

La procedura di programmazione è la seguente: si preme il tasto MANUAL per avvertire lo strumento che si entra nel modo System, con MANUAL premuto, si sceglie il parametro/tastino numerico che si vuole modificare; tenendo premuti i due tastini, si usano i rimanenti tastini numerici per definire il valore di parametro desiderato; si rilascia MANUAL per confermare quanto realizzato.

  • MANUAL+1: parametro Master Tune, con variazioni tra 433 e 448 affidate all’escursione di tastino 1-16
  • MANUAL +2: parametro MIDI CHANNEL, i tastini corrispondono ai canali; se lo strumento smette di rispondere alle tastiere esterne, questo è il punto dove guardare…
  • MANUAL +3: parametro MIDI Clock Source; tastino 1 corrisponde a comportamento AUTO (JU-06 va avanti col suo clock, ma appena sente un clock esterno alle porte MIDI o MicroUSB, vi si adegua senza fiatare); tastino 2 corrisponde a comportamento INTERNAL (eventuali segnali di clock ricevuti dall’esterno sono ignorati)
  • MANUAL+4: parametro Transpose; il parametro funziona solo con una tastiera collegata
  • MANUAL+5: parametro Key Velocity; il parametro ha senso solo se si usa la tastierina K-25m opzionale; è possibile definire il valore di KVel inviato: tastino 1 corrisponde alla dinamica real time di tastiera; tastino 2 corrisponde al valore fisso 64; tastino 3 corrisponde al valore 127 fisso
  • MANUAL+6: parametro Velocity Curve; anche in questo caso, il parametro ha senso solo con la K-25m opzionale, permette di scegliere comportamenti Light, Medium e Heavy in risposta al tocco del musicista
  • MANUAL+7: parametro Auto Off, se abilitato (tastino 2), dopo 30 minuti di inattività, spegne da solo l’apparecchio per risparmiare le batterie; per disabilitare l’Auto Off, è necessario premere il tastino 1
  • MANUAL+8: parametro LED Demo; permette di scegliere dopo quanti minuti (mai, 1, 2 o 10 minuti) di inattività parte la luminaria natalizia (indispensabile per il negozio elegante)
  • MANUAL+9: parametro Chain Mode. Qui le cose si fanno interessanti… Ogni strumento della Boutique Series genera quattro voci di polifonia; non sono tantissime, ma potrebbe andare peggio. Però, potrebbe anche andare meglio collegando in Chain due apparecchi uguali tra loro e abilitando il parametro. Dopo aver collegato in MIDI Out-In i due JU-06, si accende il Chain (tastino 2) e, simultaneamente, ma in maniera non dichiarata nel manuale operativo, si abilita la trasmissione/ricezione del sistema operativo sysex che documenta i valori di ciascun parametro spostato dal musicista sul pannello comandi. Se volete automatizzare l’apertura del filtro, questa può essere la chiave giusta, a patto di cucinare in maniera adeguata le connessioni MIDI. Comunque sia, col Chain Mode acceso, le prime quattro note MIDI ricevute sono eseguite dalla prima macchina, le note MIDI quinta, sesta, settima e ottava successiva saranno emesse dalla seconda macchina. In rete, si parla confusamente di quattro canali audio necessari nel mixer per sentire simultaneamente le uscite stereo delle due macchine; alcuni, invece, dicono che basta collegare una sola macchina e – per magia – tutte e otto le voci appariranno all’uscita della seconda macchina. Onestamente, non avendo due esemplari uguali dei tre strumenti, non possiamo verificare le due teorie, ma da vecchi reazionari propendiamo per la prima ipotesi.
  • MANUAL+10: parametro Ribbon Controller Mode; permette di scegliere la maschera di quantizzazione applicata al Ribbon C1 Bend quando lo si usa per generare intonazioni e articolazioni. Sono disponibili 16 scale, raggiungibili con i tastini: chromatic default, major, natural minor, harmonic minor, ascending melodic minor, blue note, blue note with grace note, dorian, mixolidian, diminished, wholetone, altered, hungarian minor, insenpo, ryuku, persian
  • MANUAL+13: parametro Bend Range; permette di definire l’escursione tra 1 212 semitoni selezionabili, o per 2 ottave; il bend può essere disabilitato
  • MANUAL+14: parametro Delay Level; JU-60 ha un audio delay incorporato, non sincronizzabile, che può essere regolato nei suoi tre comportamenti principali; dopo aver tenuto premuti MANUAL e il tastino 14, si possono usare gli altri tastini per definire il livello, il volume insomma, del delay
  • MANUAL+15: parametro Delay Time; da cortissimo a significativamnte lungo; provare per credere
  • MANUAL+16: parametro Delay Feedback; il numero delle ribattute.

 

Implementazione MIDI

JU-06 interagisce tramite microUSB o attraverso la porta MIDI In/Out. In tutti e due i casi, è possibile sfruttare un’implementazione di comandi che prevede il supporto – per ora – di pochi messaggi: selezione del canale di trasmissione e ricezione, selezione del modo Poly, Mono, Omni, gestione del Nota On/Off su tutte e 128 le note previste dal protocollo, supporto della initial key velocity (ma, per ora, non è implementata nella struttura di sintesi). Niente Aftertouch, supporto di Modulation CC#1, Expression Pedal CC#11, Hold CC#64 e Program Change.

I RealTime Message prevedono Clock, Start, Stop e Continue (quest’ultimo solo in ricezione).

Tutto il resto del pannello comandi è muto sul MIDI, cioè non trasmette nulla fino a quando il musicista non innesca il modo CHAIN. A quel punto, ogni controllo di pannello spara fuori la sua brava stringa di codice sistema esclusivo che può essere registrata e rimandata all’apparecchio. E’ inutile dire che sarebbe molto più comodo avere una generica implementazione portata avanti a colpi di MIDI CC, piuttosto che ripiombare nei noiosi Anni 90 con il System Exclusive – che, quantomeno, si sposa male con gli editor grafici e rallenta le procedure di produzione; speriamo che, in un prossimo futuro, la cosa venga risolta.

 

Per capirci, questa stringa dice “chiudi tutto il VCF del JU-06”

00 F0 41 10 00 00 00 1D 12 03 00 08 02 00 00 73 F7 | A            s |

 

Questa stringa dice “apri tutto il VCF del JU-06”

00 F0 41 10 00 00 00 1D 12 03 00 08 02 0F 0F 55 F7 | A           U |

 

Sigh…

 

Attenzione! L’unico modo per mandare fuori le note programmate nel sequencer consiste nell’aprire il Modo CHAIN, altrimenti le porte MIDI rimangono mute…

 

Considerazioni

Potrebbero essere comuni a tutti e tre gli apparecchi della Boutique Series: l’obiettivo commerciale è perfettamente raggiunto; JU-06 può avvicinare al suono elettronico del vecchio Juno 106 nuove generazioni di musicisti che non vogliano farsi carico dello strumento vintage, con tutti i problemi di costo e manutenzione che esso comporta. L’impostazione timbrica è molto fedele all’originale: purtroppo, quando si parla di questi confronti vecchio/nuovo, si tende sempre a dimenticare il corredo di emozioni, di fisicità, di storie personali che interagiscono con lo strumento vintage (per non parlare del poco senso che può avere paragonare un esemplare vintage con tutte le sue vicissitudini, deviazioni dal valore nominale dei componenti, eccetera, ad un apparecchio inesorabilmente preciso). La ripetibilità a buon mercato dei risultati è il punto di forza del JU-06; quatto voci, d’altro canto, sono sicuramente poche per lavorare a due mani, ma possono rappresentare una buona partenza per esplorare nuovi mondi timbrici e recuperare vecchie maniere di fare performance. Il rapporto Q/P è entusiasmante. Per di più, JU-06, corredato di opportuno driver, può lavorare come periferica audio 16 bit 44.1 kHz.

Consigliato.

Buona visione.

Schermata 10-2457307 alle 19.19.27

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