Komplete 9: le librerie di Kontakt – Parte seconda

Written by Attilio De Simone on . Posted in Software, Tutorial

Continuiamo nell’approfondimento delle librerie del Kontakt presenti nel pacchetto del Komplete 9.

Di Attilio De Simone

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Vintage Organs: questa libreria è stata pensata per andare a sostituire l’ormai vetusto B4 II e ne stravolge l’idea di fondo: non più un’emulazione basata sulla sintesi virtuali, che sembra essere il trend generale in fatto di emulazione di organi elettromagnetici e a transistor (visto che il risultato sonoro finale dell’emulazione viene garantito senza appesantire tra l’altro, di molto la cpu) bensì un’emulazione basata sul campionamento delle forme d’onda degli organi presi in considerazione.

In questo modo otteniamo un risultato contrastante: se da una parte otteniamo un sound incisivo e credibile (il campionamento delle singole note è stato fatto, ovviamente, allo stato dell’arte), dall’altra la tecnologia stessa implica la messa in loop dei campioni per ottenere un’esecuzione delle note lunga finchè il musicista tenga premuta la tastiera, purtroppo con i loop vengono fuori tutti i limiti della libreria in quanto, su alcune note, sono ben percepibili i click del campione loopato. Questo è un vero peccato perchè la libreria nel complesso è interessante.

Sono stati ripresi nel complesso i seguenti organi:

Hammmong B-3

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Hammond C-3

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Hammond M-3

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Transistor Compact (Farfisa Combo Compact)

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Transistor Continental (VOX Continental)

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Se la presenza dell’M-3 nella libreria può essere giustificata dalla presenza dell’amplificatore montato nella cassa posizionata sotto la tastiera (essendo un modello combo) e quindi le sfumature sonore sono differenti rispetto ai fratelli maggiori che si servono di un rotary a parte, non si comprende la presenta del B-3 e del C-3, trattandosi di organi identici dal punto elettronico e differenziandosi essi solo per la differenza estetica del mobile (il C-3 venne pensato per un utilizzo ecclesiastico mentre il B-3 era pensato per gli altri generi musicali e quindi più adatto al “trasporto”). Comunque le librerie ce le teniamo e le prendiamo per come sono, cioè differenti dal punto di vista sonoro così come suonerebbero differenti due Hammond B-3 prodotti oltre mezzo secolo fa. Fatta questa considerazione. Le librerie sono pensate in modo intelligente. Per i tre Hammond abbiamo sezioni identiche.

Sezione Organ

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In questa sezione abbiamo i controlli tipici che troviamo su ogni organo Hammond: i drawbar del manuale Upper, Lower e Pedal (Lower e Pedal sono switchabili), la levetta del Leslie (denominata Rotator) con i comandi di velocità Fast e Slow, il vibrato scanner con l’on/off per i manuale upper e lower e le sei posizioni da V1 a C3, i quattro comandi destinati alle percussioni, il volume (gestibile da pedale di espressione), più della aggiunte per lo splittaggio dei manuali su una singola tastiera e per la gestione dei preset.

La prima cosa da dire è che tutti i comandi sono fatti molto bene e il risultato sonoro è molto vicino al suono degli strumenti a cui si ispira la libreria.

Nota negativa: se lavoriamo coi drawbar in tempo reale non è possibile modificare il suono di una nota già premuta. Es: se suoniamo un accordo e teniamo i tasti premuti e contemporaneamente modifichiamo i drawbars, le modifiche sonore apportate dallo spostamento dei drawbars si sentirano solo suonando la o le note successive.

Sezione Amp

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in questa sezione oltre a gestire i comandi principali del rotary (accelerazioni dei coni, bilanciamento tra i due coni, tipologia di cabinet tra vari modelli di amp, non solo rotary, distorsione per aggiungere più o meno saturazione al suono, riverbero) troviamo il controllo di velocity che ci serve per definire l’evoluzione del suono, possiamo interagire con i controlli di attack e realease. Inevitabile dire che, per ottenere la classica riposta dell’Hammond, entrambi i controlli vanno lasciati in pace sul valore 0. Comunque, con l’attack andiamo a definire anche la presenza del keyclick. Anche sul fronte della gestione del keyclick troviamo delle limitazioni, a differenza di quanto avveniva con il B4, qui il livello massimo del volume keyclick è preimpostato e non possiamo in alcun modo interagiore con esso, aumentando il livello di attack della velocity possiamo solo attenuale e limitare la presenza del keyclick, anche se andiamo un poco a snaturare il suono complessivo dell’organo.

Sezione Settings

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In questa sezione andiamo ad interagire con parametri di controllo dei varie funzioni (assegnazione controllo al pedale di sustain, all’aftertouch, alla modulation e al pitch bend, splittaggio tastiera e assegnazione dei canali midi ai tre manuali, oltre ad alcune opzioni relative ai drawbars).

La nota senz’altro positiva è rappresentata dagli algoritmi implementati per l’emulazione del leslie e della distorsione. Il sound è molto spaziale e credibile. Basta ascoltare la differenza del suono con il rotary disattivato e di come si apra il suono portanto la levetta del rotore su on.

Per l’emulazione del Farfisa Combo Compact (denominata Transistor Compact) abbiamo due sezioni.

La sezione Organ…

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…che invece dei tipici drawbars presenta i pulsantoni di on/off dei vari piedaggi da attivare/disattivare, delle varie famiglie timbriche emulate (Bass, Strings, Flute, Oboe, Trumpet, Strings e Piccolo), il vibrato con l’intensità e la velocità del ciclo, un simpatico riverbero dal sapore vintage e il controllo di volume del basso. Il suono è molto vicino a quello dello strumento reale. Basta aggiungere una bell’emulazione di un echo a nastro (semmai prendendolo dalla libreria del Guitar Rig 5) per ottenere le sonorità pinkfloydiane note ai più.

La sezione Amp è identica a quella già visionata per gli Hammond.

Per l’ultimo organo presente nella libreria, l’emulazione del VOX Continental (con tanto di tappetino tigrato, come nelle pubblicità dell’epoca) ci avvicina ai suoni tanto cari al tastierista dei Doors, Ray Manzarek, scoparso qualche giorno orsono.

Nella sezione Organ…

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…troviamo i drawbars per i manuali upper e lower, tra i quali, oltre ai vari piedaggi, possiamo selezionare l’intensità delle forme d’onda impiegate in modo da ottenere un suono più o meno aggressivo e zanzaroso, a seconda del livello di enfasi dato alla forma d’onda sinusoidale (che ci darà un suono più dolce) o triangolare (suono più presente). Il vibrato e il livello del basso completano i comandi disponibili.

Le sezioni Amp e Settings sono identiche a quelle già analizzate per gli Hammond.

 

Retro Machines mk2

La libreria è dedicata alle tastiere vintage e sono ripresi tanti strumenti e suoni presenti nell’immaginario collettivo di ogni persona che abbia ascoltato musica negli ultimi 50 anni.

La prima sezione denominata synth…

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…ci offre il tipico pannello di controllo presente sui synth a sintesi sottrattiva (come il Minimoog, tanto per intenderci) con le sezioni Osc (VCO, con il controlli di prensenza del suono e di modulazione), Filter (VCF, con filtro multimodo, comandi di cutoff e resonance e vari controlli d’intensità di modulazione) e Amp (VCA, con il controllo di inviluppo a due stadi e il gain).

Abbiamo ulteriori comandi di modulazione nella sezione LFO (velocità di rate e forma d’onda), nella sezione Perform (con il glide e l’attivazione di legato e di solo), nella sezione Effects (intensità di riverbero ed echo) e di Sound Variations (possiamo memorizzare fino ad otto preset per ogni suoni configurando diversamente i vari comandi, questi vari suoni sono richiamabili attraverso la leva di Morph in modo da poter ottenere delle variazioni sonori in continuità passando da una configurazione ad un’altra). In basso a destra della schermata synth abbiamo due switch, Amp e Chord, che ci catapultano direttamente nella sezione Arp/Chord.

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L’attivazione dell’apposito switch ci fornisce un arpeggiatore ricco di funzioni con possibilità di operare su 12 o 16 step, di raddoppiare la velocità, di modificare lo swing e la durata delle note, l’ampiezza di ottave dell’arpeggio e la velocity.

In alternativa all’arpeggiatore abbiamo la funzione Chord, che garantisce l’esecuzione di un accordo preimpostato a 4 note suonando una singola nota.

L’ultima sezione Settings, offre delle funzioni di controllo

La libreria dal punto di vista sonoro è molto ricca, sono stati ricreati i suoni più famosi di ogni synth storico. Chroma, Pianoforti Elettrici (CP, RMI,  Rhodes Bass Piano, ecc.) Minimoog, Memory Moog, Minikorg 700, Arp Quadra, Crumar Orchestrator, Pro 1, Logan String Melody, Korg Polysix. La libreria è davvero ricchissima e la possibilità di intervenire sui campionamenti tramite i filtri e le molteplici modulazioni arricchisce l’arsenale sonoro.

Session Strings

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La libreria è rivolta a produttori in cerca di sezioni di archi di alta qualità ready-to-go per le produzioni moderne, la libreria produce risultati immediati senza dover passare molto tempo a smanettare all’interno del sequencer o dell’editor vantando una serie incredibile di funzioni espressive accessibili da un’interfaccia estremamente intuitiva. Il suono completamente pronto per la produzione è composta da quattro violini, tre viole, due violoncelli e due contrabbassi disponibili singolarmente e in insieme. La libreria è disponibile in due modalità:

Individual

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In questa modalità possiamo gestire i suoni nella modalità classica, cioè caricando un suono e effettuando l’esecuzione da tastiera o da sequencer. I comandi sono ridotti al minimo, possiamo attivare la velocity, l’equalizzatore (controlli low, mid, high) e il riverbero (varie tipologie di ambienti, dallo studio alla cattedrale, passando per sale da concerto, camere per archi e una camera vintage in legno). Consigliamo di non utilizzare il riverbero nel caso in cui dovessimo avere una cpu non potentissima o nel caso in cui dovessimo utilizzare contemporaneamente molti strumenti ed effetti virtuali.

Performance

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Questa è senz’altro la sezione più interessante della libreria. Tenendo una o più note suonate da tastiera (l’utilizzo ottimale si ottiene, ovviamente, suonando degli accordi), si attiverano degli scripts che daranno vita ad un vero e proprio arrangiamento orchestrale d’archi. Attivando la modalità Animator potremo accedere a varie tipologie di esecuzioni, per accordi (Chord) o per arpeggio, con varie categorie di suono degli archi (staccato, pizzicato, spiccato). Ulteriori comandi di dinamica, groove, e di inviluppo, ci consentiranno di avere il controllo totale sull’esecuzione. Combinando i controlli a vari potenziometri e fader di un controller hardware (tramite la semplicissima learn midi automation potremo assegnare qualsiasi controllo a qualsiasi funzione) diventeremo degli autentici direttori in tempo reale di questa orchestra virtuale. Non è superfluo sottolineare il fatto che le strutture armoniche, le sequenze e gli arpeggi fanno tutte a tempo con il bpm impostato sul sequencer su cui stiamo lavorando.

 

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