Ipad e live: una nuova era per il tastierista moderno? – Terza parte
Andiamo ora a fare un’analisi delle applicazioni più interessanti suddivise per famiglie sonore (come è facile immaginare, la lista è frutto della mia esperienza con l’Ipad, non tutte la applicazioni sono disponibili in formato di valutazione e quindi non posso permettermi di acquistare tutte le applicazioni solo per valutarle per un articolo, nei commenti gli utenti possono integrare con la propria esperienza l’analisi di applicazioni eventualmente non citate).
Di Attilio De Simone
Partiamo con i Pianoforti acustici.
IK Multimedia iGrand Piano
La IK è molto attiva per l’ambiente iOs, e questa app rappresenta un’interessante soluzione per i pianoforti acustici. È una collezione (espandibile) di pianoforti acustici (gran coda, piano, jazz, verticale, rock, ecc.) con una serie di funzioni di controllo (volume, riverbero, livello di apertura del coperchio della cassa, il controllo della brillantezza, transpose e tuning); è possibile esercitarsi con un metronomo, registrare in tempo reale la propria performance e leggere dei files midi.
La suonabilità è ottima, il feeling con la propria tastiera ottimizzabile e grazie al controllo di regolazione della risposta delle curva di velocity riusciremo a rendere l’app e la nostra master keyboard un “unico corpo”. Il suono è molto gradevole ed è pensato per farsi sentire bene all’interno di un mix, non dovremo stare ad impazzire per fare uscire il suono in mezzo agli altri strumenti. La libreria è basata su circa 300 MB di campionamenti in multi layer molto ben confezionati.
Va segnalato che la libreria non rappresenta il pinnacolo della ricerca per quel che concerne i campionamenti di pianoforte: su computer “normale”, abbiamo librerie che possono raggiungere e superare i 5 GB di campionamenti, ma va detto che le tante sfumature che ci servono per una registrazione accurata in studio, comunque non si avvertirebbero durante una performance dal vivo, dove ci serve invece un suono che vada a posizionarsi facilmente e rapidamente all’interno di un mix con altri strumenti e qui l’iGrand dice sicuramente la sua.
CMP Grand Piano
L’approccio è molto differente rispetto all’iGrand: praticamente, abbiamo solo un controllo di ambiente (varie tipologie di ambienti regolabili in intensità) e due tipologie di pianoforti (uno Steinway grand coda e un piano jazz, ma è possibile espandere a pagamento la libreria). In questo caso, la libreria è basata su un multicampionamento di circa 2,5 GB di campioni, tutte le note sono campionate in tutta la loro escursione sonora (alcuni campioni arrivano a durare molte decine di secondi) e per ogni singola nota ci sono ben 7 layer di campionamenti. Il suono è molto articolato e ricco, è possibile ottimizzare la curva di risposta della velocity sulla base della propria master keyboard, inoltre è possibile impostare diversi settaggi di Hermode Tuning (il sistema di intonazione microtonale). È disponibile anche un recorder/player multitraccia per registrare in tempo reale e fare sovraincisioni e per leggere eventualmente files midi.
L’app è molto bella e può competere con varie librerie di pianoforte per computer, l’emulazione degli ambienti è molto interessante.
Ha un’unica pecca: non è compatibile con il formato Audiobus quindi il suo ambiente è “chiuso” e non può interfacciarsi adeguatamente con gli altri applicativi per ipad.
Proseguiamo con i Pianoforti elettrici
NeoSoul Keys
Già esistente su PC e Mac, da molti definita la migliore libreria dedicata ai pianoforti elettrici mai realizzata, anche su iPad non smentisce la propria fama. Basata su circa 1 GB di campionamenti, è possibile gestire in tempo reale i comandi di volume, treble, bass, intensità e speed di vibrato e chorus e intensità del riverbero a molle. A parte (anche disattivabile per mettere meno sotto sforzo la cpu) la sezione dedicata ai rumori meccanici dei pianoforti elettrici, abbiamo dieci controlli in cui possiamo gestire i livelli di volume di vari ruomi meccanici, come il bell, attacco e rilascio del pedale, martelletto, attacco e rilascio dei tasti e bark.
Abbiamo librerie per 5 tipologie di strumenti (acquistabili separatamente a prezzi molto interessanti): due Rhodes (un Suitcase e uno Stage), un Wurlitzer, un Dyno e lo Yamaha EX5. Il suono di queste librerie è ottimo e, grazie ai rumori meccanici, restituiremo il feeling naturale della risposta reale di un pianoforte elettrico.
Lo strumento utilizza in modo intensivo la capacità del processore, quindi l’app va suonata da sola, con modelli vecchi di iPad si consiglia di disabilitare la sezione dei rumori meccanici.
IK Multimedia iLectric
Trattasi, sostanzialmente, della versione “elettrica” del già citato iGrand Piano, con la differenza che l’app è dedicata alla famiglia dei pianoforti elettrici. Abbiamo varie tipologie di pianoforti (Rhodes Suitcase e Stage, Dyno, Wurlitzer Suitcase e Stage, Yamaha DX7 e CP80, Piano vintage, Clavinet, Pianet). Inoltre, possiamo controllare i livelli di volume, overdrive, bass, middle e hi, oltre al livello di uno spring reverb e intensità più rate di un chorus, un phaser, un flanger, un autopan e un tremolo (utilizzabili uno per volta).
Anche in questo caso sono disponibili un metronomo e un recorder/player per registrarci e per leggere files midi. Vale quanto già detto per iGrand Piano: la libreria è pensata per un uso live, con una buona escursione dinamica e un suono già pronto per essere “sparato” nel mix assieme ad altri strumenti. Tramite Audiobus, possiamo far passare iLectric nell’IK Multimedia Amplitube per perfezionare la catena di effetti (il Clavinet con un pedale wah-wah è la “morte sua” come si suol dire…), per aggiungere un delay o per sfruttare le emulazioni di amplificatori di Amplitube e colorare ulteriormente il suono.
Sintetizzatori virtual analog
Premesso che i sint analogici sono un’altra cosa, hanno sfumature sonore (per ora) inarrivabili, sono tante le occasioni in cui un virtual analog può servirci (per avere una polifonia dal sapore analogico, molto costosa da possedere con gli analogici veri e propri, per farci un’idea di quello che potrebbe essere un arrangiamento con determinati suoni, per evitare di portare in sala prove strumenti molto costosi, pur non rinunciando ad avere un suono credibile). In questo caso le alternative non mancano davvero.
Partiamo da Arturia
La software house francese ci offre a prezzi molto contenuti i due bellissimi iMini (che riprende la struttura del Minimoog aggiungendo effetti di chorus e delay, un arpeggiatore, due pad a menu x/y che ricordano molto alcune versioni del Moog Voyager e l’opzione della polifonia) e iSEM (che virtualizza l’Oberheim SEM, con l’aggiunta un arpeggiatore, un chorus, un delay, un overdrive, un sistema a 8 matrici che consente di modulare sostanzialmente qualsiasi cosa con qualsiasi altra e un sofisticato sistema di voice programmer che può gestire 6 parametri di controllo per ognuna delle 6 voci di polifonia, utilizzato con l’arpeggiatore si avvicina quasi ad uno step sequencer molto sofisticato).
Arturia è famosa per la qualità dell’emulazione basata sulla tecnologia proprietaria TAE, che ricrea le caratteristiche di oscillatori e filtri analogici con totale profondità di dettagli. Anche su iPad, Arturia è riuscita a restituire la stessa qualità sonora presente sui software per computer.
Sullo stesso livello di Arturia troviamo Korg, che offre le repliche virtuali di due famosi analogici di casa, cioè i modelli MS20 e il Polysix.
Ho avuto modo di provare solo il modello iMS20 e bisogna dire che si tratta di uno strumento completo. Oltre a replicare in modo fedele suono e caratteristiche della struttura ingegneristica (con tanto di patch cables virtuali liberamente gestibili) dello strumento emulato, nell’app trovano spazio ulteriore una sezione effetti molto ricca, un sequencer a 16 step (nel quale possiamo gestire i suoni di 6 shorts percussivi) e una sezione song/pattern (nella quale possiamo gestire 7 tracce contenenti i 6 shot percussivi più la traccia dell’MS20).
iMS20 è un’app che va studiata a fondo prima di riuscire a poter tirare fuori tutto il suo potenziale. In questa sezione non ho citato tra le app la Korg Gadget perché pensata per un altro fine, anche se nulla vieta di usare in ambito live i tanti moduli sonori in grado di fornire le sonorità vintage (e non solo). Qui su ACM, se ne è occupato diffusamente il prode Antonio Antetomaso.
Un’altra applicazione molto interessante è la iVCS3 di ApeSoft, che ricrea niente di meno che la struttura del ben noto EMS VCS3.
L’app è così ben strutturata da essere diventata l’emulatore ufficiale del VCS3. Va detto che esistono almeno 4 o 5 emulatori di VCS3 su computer però la loro gestione è sempre risultata molto difficile rendendo quasi inutilizzabile gli applicativi, sia perché il VCS3 è basato sul contatto manuale, sia perché la matrice di modulazione replicata su computer risulta spesso molto piccola ed è sempre difficile riconoscere i caratteri a meno di munirsi di un mega schermo o di mettere la faccia a pochi millimetri dallo schermo stesso. L’iVCS3, a differenza, garantisce la completa gestione manuale immediata di tutti i parametri (muovere in tempo reale il joystick è molto efficace) inoltre, quando ci si sposta sulla matrice di modulazione, parte una funzione di zoom che consente di visionare in modo finalmente decente i parametri.
L’app non si ferma semplicemente a replicare fedelmente il VCS3 ma offre delle sezioni aggiuntive che consentono di programmare in modo più approfondito il suono, le sequenze e di pilotare vari parametri tramite uno snapshots pad.
Sunrizer
Anche in questo caso, ci troviamo di fronte ad un clone, ma questa volta di uno strumento più moderno, del Roland JP8000, la cui filosofia di base è stata replicata perfettamente. È un piacere riprodurre la ben nota supersaw su uno strumento che può essere gestito in tempo reale. Un arpeggiatore molto efficace, funzioni complete di MIDI learn e una ricchissima sezione effetti, espandono le possibilitá dello strumento originario a cui si ispira l’app.
Sintesi FM
In questo caso, lo strumento più vicino alla concezione dello strumento FM per antonomasia, la Yamaha DX7, è il Dxi.
La app dispone di 4 oscillatori FM concatenabili tra di loro in 8 modalità, con 12 forme d’onda selezionabili per ogni oscillatore (tra cui 8 sinusoidali di diverse ampiezze, una square, una saw, una triangle e una white noise), un inviluppo per ogni forma d’onda, una sezione effetti composta da un filtro e un delay, un sequencer a 16 step e un registratore audio completano l’arsenale di questo strumento che riporta in vita la sintesi FM su ipad.
Un altro sint che guarda alla FM è il freeware TF7, il quale ha un approccio alla FM non filologico rispetto alla famiglia delle DX.
La prossima (e ultima volta) chiuderemo il discorso suggerendo qualche app dedicata a generazioni “non sintetiche”. A presto.
Tags: app, ipad, Live, tutorial
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