FLUX:FX di Adrian Belew: il futuro dell’effettistica dedicata alla chitarra e non solo?

Written by Attilio De Simone on . Posted in Software

FLUX: FX è un’applicazione multieffetto audio professionale concepita per ambiente iPad che permette di utilizzare gli effetti pianificando modifiche dei loro parametri sulla falsa riga del trend avviato da Sugar Bytes, ma facendolo a modo proprio.

FLUX: FX ridefinisce le possibilità di trattamento audio e di performance dal vivo tramite un’app che garantisce una vastissima gamma di effetti e di opzioni. Capiamone di più

Di Attilio De Simone

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Partiamo innanzitutto dalla biografia artistica di Adrian Belew: chitarrista e cantante ecclettico, non si contano i suoi progetti, scoperto da Frank Zappa (sempre attento a scovare talenti chitarristici a cui dare ampio spazio nelle sue formazioni) vanta collaborazioni con David Bowie, Talking Heads, Laurie Anderson, Nine Inch Nails, Porcupine Tree, ma il suo nome è legato a filo doppio ai King Crimson di Robert Fripp, band fortemente incentrata sul tecnicismo degli strumentisti e dalla sperimentazione sonora, sempre aggiornata alle ultime novità tecnologiche. Basti ricordare il ring modulator sapientemente utilizzato sulla chitarra, il suono di chitarra filtrato dal VCS3 sui primi dischi, il frippertronics ideato dallo stesso Fripp e i primi guitar synth che hanno costruito i colori sonori dei dischi dei King Crimson dalla fine degli anni ‘70 (tra i primi artisti ad utilizzare questi nuovi strumenti). Questo preambolo per comprendere la propensione di Belew all’innovazione e alla ricerca finalizzate al raggiungimento di un obiettivo creativo concreto.

Un artista così propenso alla ricerca non poteva non essere attratto dalle opportunità offerte dalle nuove piattaforme come l’ipad che offrono i seguenti vantaggi: trasportabilità, interazione uomo-macchina immediata grazie al touch screen, qualità sonora allo stato dell’arte.

La collaborazione con la NOII.SE si è sviluppata con l’obiettivo di realizzare un prodotto che offrisse ai chitarristi (ma non solo, eccoci al dunque…) un multieffetto innovativo in grado di garantire nuove frecce agli archi dei musicisti mettendo assieme una serie di elementi tutti positivi: oltre 30 effetti allo stato dell’arte, programmabili in profondità e collegabili in catena, un sequencer molto originale, un design originale ed accattivante e un suono di ottima qualità.

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Lanciamo l’applicazione e, dopo una prima schermata di presentazione, ci apparirà immediatamente l’affascinante ambiente operativo di FLUX : FX. Accanto al logo dell’applicazione troviamo le tre schermate principali entro le quali ci si può muovere: Performance, Edit e Sequencer.

Nella schermata Performance troviamo la lista degli effetti disponibili suddivisti per categorie: Loopers (Stutter, Reverse, Slice, Segment e Sample Scratch), Dynamics (Compress e Pump), Distorsion (Overdrive, Distorsion, Fuzz, Bit Crusch, Destroy e Decimate), Eq & Filters (Ultra EQ, Hill EQ, Lowpass, Highpass e Bandpass), Modulations (Chorus, Flange, Phase, Resonant Drone, Pitch Delay, Octave Shift, Ring Modulate e Autopan) e Delays (Digital, Binaural, Tape Echo, Scatter Verb e Delay Reverb). Di questo ampio parco di effetti, possiamo selezionarne fino ad un massimo di 5 per sessione disponendoli in catena. Per attivare un effetto basterà trascinarlo fino al livello sottostante contenente 5 caselle, a destra di ognuna di essere abbiamo dei cerchi, se il cerchio presenta una luce centrale arancione, vuol dire che l’effetto è attivo, se la luce ha l’anello bianco acceso, vuol dire che possiamo gestire alcuni parametri (successivamente capiremo come fare) all’interno del touch pad centrale, che funziona nel classico formato xy.

A sinistra della schermata troviamo i compandi per regolare i livelli in ingresso e in uscita del segnale, il rapporto percentuale tra segnale dry ed effettato, il tempo, espresso in bpm, del sequencer interno. In basso abbiamo gli step del sequencer con i comandi di Play e Rec. A destra possiamo muoverci tra i preset del programma.

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Spostandoci nella sezione Edit abbiamo la schermata riassuntiva in cui troviamo i vari effetti prescelti incolonnati, con tre comandi principali e un touch pad che consente di pilotare due o più parametri dell’effetto spostando il dito all’interno del pad secondo lo schema classico xy.

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Se vogliamo accedere a tutti i parametri di controllo del singolo effetto, basterà premere il pulsante edit+, selezionando un parametro potremo lavorare di precisione muovendo il curso all’interno del cerchio nero denominato “Fine Tune”. In basso ad ogni effetto troviamo i pulsanti per assegnare il parametro all’asse delle x o delle y del pad, il pulsante env, che consente di impostare il parametro all’interno di un range con un valore minimo ed uno massimo e il pulsante invert che rende negativo il valore del parametro. Nel momento in cui abbiamo assegnato un parametro all’asse delle x o delle y, il suo valore cambierà muovendo il cursore all’interno del pad.

A questo punto nulla ci vieta di fermarci qui e di utilizzare l’applicazione come un classico multieffetto. Gli effetti lavorano bene, gli effetti “normali” (overdrive, distorsore, chorus, phaser, ecc.) sono allo stato dell’arte e garantiscono un trattamento del segnale conforme alle aspettative, gli effetti più “esoterici” e moderni come i looper, il resonant drone, il destroy e altri daranno un valore aggiunto notevole consentendo di muoversi in ambiti più sperimentali ed innovativi (senza mai perdere d’occhio la fruibilità grazie ad una curva di apprendimento molto bassa).

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Se vogliamo sfruttare appieno le potenzialità di FLUX : FX dobbiama addentranrci nei meandri della sezione Sequencer. Nella schermata ci troviamo davanti ai 5 pad (uno per effetto) e alla sezione sequencer. Liberiamo subito i dubbi dicendo che il sequencer non lavora con segnali relativi all’altezza delle note e al loro gate, ma sequenzia le automazioni dei parametri dei singoli affetti assegnati alle assi delle x e delle y dei pad.

Dopo aver impostato il tempo in bpm (disponibile anche la funzione tap tempo ed è possibile sincronizzare il tempo ad un clock midi esterno) basterà selezionare uno step (attivabili fino a 84 step) premere Rec e muovere i cursori all’interno dei 5 pad, ripetiamo la stessa azione con tutti gli step che abbiamo attivato e infine premiamo il play. Mentre effettuiamo la nostra esecuzione, i parametri si muoveranno secondo le impostazioni prefissate per ogni step e i risultati sono sempre molto interessanti.

Si tratta di un’app molto utile che non può mancare nel parco macchine virtuale dei musicisti propensi alle sperimentazioni e che porta su un nuovo livello le modulazioni. Anche noi tastieristi (abituati più dei chitarristi alla ricerca maniacale delle automazioni e delle modulazioni, rigidamente a tempo con il clock di riferimento) non potremo che apprezzare le caratteristiche di questa applicazione, sia per la qualità degli effetti, sia per la loro varietà e sia per l’innovativo approccio alla modulazione tramite lo step sequencer.

Qui, ulteriori informazioni.

 

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Comments (2)

  • Giovanni

    |

    Mi dispiace di fare spesso il bastian contrario e spero veramente che in questo modo Belew ottenga un buon suono ma purtroppo negli ultimi anni con il suo Power Trio non si è contraddistinto per la qualità del suo sound.

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    • Attilio De Simone

      |

      Non stai facendo in alcun modo il bastian contrario.

      Reply

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