Epoch Modular Rob Hordijk’s Benjolin

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Gear

Rob Hordjik è, per chiunque traffichi con la sintesi modulare da almeno un decennio, un riferimento della didattica e della divulgazione; inoltre, ha messo a punto una serie di circuiti – prima stand alone, ora convertiti in formato Euro Rack – che sembrano destinati a fare rumore nella comunità dei musicisti elettronici meno convenzionali. il Benjolin è uno di questi.

Di Enrico Cosimi

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Il modulo è meno banale di quanto possa sembrare: largo 16 HP e profondo solo 22 millimetri (perfetto per il montaggio in skiff), assorbe 45 mA dal +12 e altrettanto dal -12; letteralmente costellato di manopole Davies e jack di ingreso uscita, offre comportamenti molto particolari.

Tutto ruota attorno a due oscillatori collegati ad un circuito originale, definito Rungler dal suo creatore. Il rungler è un shift register a otto passi (immaginate una catena di otto secchi che passano il proprio contenuto da un secchio all’altro) collegato all’uscita square wave di un oscillatore e clockato (per il passaggio di secchio) dal secondo oscillatore. L’uscita dello shift register è convertita con un DAC a 3 bit per creare valori casuali a gradini difficilmente prevedibili. 

Il segnale così prodotto è usato per modulare la frequenza dei due oscillatori e quella di un filtro a due poli che riceve i segnali audio degli oscillatori. L’insieme produce comportamenti timbrico/melodici che spaziano dal caos assoluto alle micro strutture randomiche di grande fascino. Ovviamente, se siete sensibili a queste cose.

I segnali audio dei due oscillatori sono collegati in cross modulation, percui l’oscillatore A modula il  B che modula A; da fuori, con intervento modificabile a discrezione del musicista, si può intervenire sulle due frequenze (A Mod e B Mod) più Mod F per la gestione della frequenza di taglio (in assenza di tensioni esterne, il modulo usa l’onda triangolare generata dall’Osc B) e, con un quarto segnale proveniente dall’esterno, abilitare o meno il loop di modulazione dall’uscita del Rungler all’ingresso di controllo del modulo stesso.

 

benj 2

I comandi

Tre controlli principali, impilati verticalmente nella colonna destra, permettono di dosare l’uscita del Rungler ai danni degli Osc A, Osc B e Filter; un quarto comando controlla la Resonance del filtro low pass.

Nella colonna centrale, sono organizzati i tre comandi che governano le intermodulazioni, cioè la possibilità di modulare A con B, B con A Filter con la triangolare di B. Un interruttore a due posizioni abilita il percorso di loop modulation  per il Rungler.

Nella colonna verticale di sinistra, sono ordinati i quattro processori/attenuatori unipolari per altrettanti segnali di controllo provenienti dall’esterno; le destinazioni, lo avrete capito, sono la frequenza di Osc A, quella di Osc B, la frequenza del filtro e l’entità del comportamento loop modulation.

 

Le uscite e le entrate

Sono disponibili le onde Pulse e Triangle per gli oscillatori A e B (quattro porte di uscita), l’uscita diretta del Rungler, una uscita XOR exlusive OR che è estratta direttamente dal cuore del Rungler, le uscite Low Pass, Band Pass e High Pass del modulo di filtraggio 12 dB/Oct. Le tre uscite simultanee di filtraggio rappresentano una “variazione sul tema” rispetto al progetto originale di Hordjik. L’ingresso PWM permette di variare la soglia di comparazione applicata all’uscita triangolare del secondo oscillatore e usata, insieme alla triangolare di A, come sorgente sonora per il filtro.

 

benjolin flowchart

Ma cosa è questo Rungler? 

Lasciamo la parola direttamente a Rob Hordjik: lo scopo del Rungler è la creazione di corti pattern di valori stepped, variabili in lunghezza e in velocità. Diciamo, una via di mezzo tra un semplice S&H ed un generatore pseudorandom basato sullo shift register. Ha bisogno di due sorgenti di frequenza, per lavorare e creare pattern d’interferenza assai complessi che possono essere inviati nuovamente al controllo delle frequenze prodotte dagli oscillatori, per creare una quantità illimitata di “devastazione”.

In pratica, il Rungler è uno shift register CMOS che prende il clock da un oscillatore e riceve da un secondo oscillatore i dati che devono essere trasferiti. I dati in uscita allo shift register sono usati come un codice binario del quale si usano solo gli ultimi 3 bit, poi inviati ad un convertitore DA. I segnali in uscita al convertitore DA sono inviati nuovamente al controllo della frequenza degli oscillatori. L’uscita del DA è il “Rungler CV Out”. 

Quando il segnale del Rungler è inviato nuovamente alla frequenza degli oscillatori, ne cambierà il comportamento, generando ancora altri tipi di dievastazione, come la “pulsed havoc wave” e la “sloped havoc wave”. 

I primi esperimenti con il Rungler datano al 1980 e, penso, ci potranno essere molte possibili variazioni sul tema. Nel progetto del Benjolin, i dati in ingresso allo shift register non sono costituiti proprio dall’onda impulsiva generata dal secondo oscillatore, ma dalla combinazione XOR dell’impulsiva con l’ultimo bit dello shift register. 

Il filtro è un classico state variable a 2 poli; le due onde triangolari generate dagli oscillatori sono comparate per creare un’unica onda PWM. Se un oscillatore è in bassa frequenza e l’altro è in banda audio, si ottiene il classico timbro PWM. Quando tutti e due gli oscillatori sono in banda audio, suona come un modulatore ad anello. A questo segnale PWM in uscita al comparatore, si aggiunge un pizzico di segnale stepped emesso dal Rungler e l’insieme viene poi processato nel filtro. 

Qui, per avere ulteriori informazioni sul modulo.

http://www.epochmodular.net/benjolin.html

Qui, per l’intera descrizione del circuito fatta dal suo creatore in uno dei più attivi, vitali e validi forum del pianeta (in questa sede, abbiamo riportato i punti più indispensabili per comprendere il funzionamento del modulo.

http://electro-music.com/forum/post-281728.html

Conclusioni

Come al solito, se siete stufi di synth bass acidi, gommosi, aggressivi, a stecca, se non ne potete più di cassa dritta passata come “ultima frontiera della cultura musicale”, potreste prendere in considerazione questo modulo e gli ampi spazi espressivi che sotto intende. Buon divertimento!

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