Apogee Quartet

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Gear, Recording

Il marchio Apogee non ha ovviamente bisogno di presentazioni; per quanto concentrato sulla piattaforma Mac, escludendo quindi l’ampio bacino di utenza PC, i prodotti californiani hanno da sempre concentrato prestazioni, qualità timbrica e affidabilità nei loro driver. Il modello Quartet, multichannel audio interface, non sfugge a questa regola.

Schermata 02-2456342 alle 13.04.04

Di Enrico Cosimi

Quartet è un’interfaccia hardware (molto hardware: se vi cade su un piede, ve ne ricorderete a lungo…) che può lavorare per Mac e per iPad offrendo transito audio multivia attraverso connessioni USB. Il sistema offre quattro ingressi e otto uscite simultanee, con conversione AD/DA realizzate a 24 bit / 192 kHz.

Ovviamente, la connettività per iPad è un discorso a parte e richiede un investimento separato, ma è già interessante verificare che, con Quartet più iPad velocemente buttati nel borsone a tracolla, si può lavorare in lungo e in largo nelle location più esotiche… La compatibilità è garantita con Garage Band, Logic, Pro Tools, Ableton Live e – ovviamente – con tutte le applicazioini Core Audio Compliant; l’alimentazione può essere fornita tanto dal power pack esterno quanto attraverso connessione con iDevice o Mac. Abbandoniamo le (possibili) location esotiche e verifichiamo le funzionalità.

Schermata 02-2456342 alle 13.04.39

L’oggetto

Pesante, robusto, metallico, Quartet è alloggiato in un cabinet angolato che sbatte in faccia al musicista la visualizzazione dei livelli e l’unico tastone di controllo. Tutte le connessioni significative trovano posto sul pannello posteriore, con l’eccezione della presa cuffia riportata su uno dei fianchetti.

Schermata 02-2456342 alle 13.04.32

Inutile dire che più alta è la dotazione di connessioni, maggiore risulterà la versatilità operativa offerta dall’apparecchio; il lettore smaliziato, già valutando il nome dell’interfaccia potrebbe indovinare quanti canali simultaneamente in ingresso saranno disponibili. Non c’è alcuna sorpresa, quindi, quando ruotato l’apparechio, appaiono – nell’ordine:

  • quattro connettori combo XLR/TRS  analog in, ciascuno in grado di gestire microfoni a condensatore regolarmente alimentati Phantom o segnali di linea, altrettanto regolarmente bilanciati;
  • sei connettori bilanciati TRS ¼” per lo smistamento dell’ascolto in control room, per il trasferimento su buss stereo o per tutto quello che vi può venire in mente (incluso, l’inserimento di hardware esterni in configurazione send/return);
  • due connettori Optical In 1 e 2, su formato ADAT/SMUX, che possono essere utilizzati per agganciare a Quarte un eventuale altro convertitore Analog-Digital:
  • connettore Word Clock BNC per agganciare in passo unità Apogee esterne,
  • connettore mini MIDI over USB,
  • connettore mini USB per il dialogo con il Mac,
  • connettore DC in per l’alimentazione esterna.

 

Furbate, furbizie, teaser…

Un oggetto come Quartet non esce sul mercato senza offrire all’utente la possibilità di giovarsi di esperienze accumulante in precedenza… sintomatica, da questo punto di vista, la capacità di ruotare le sei uscite analogiche su tre coppie stereo per gestire altrettanti sistemi di ascolto; ad un tocco di dito sul pannello frontale, si può ruotare l’ascolto del mix (o del rough mix…) sul main monitor system, su un sistema di media qualità o sul primo boombox di passaggio; in questo modo, fatti i debiti confronti, sarà più difficile sbagliare un mixaggio.

Non avete tre coppie di monitor in regia? Poco male… magari, potreste utilizzare il meccanismo per  smistare l’ascolto in regia (leggi: camera da letto) o per far ascoltare il risultato ai musicisti in sala di ripresa (leggi: bagno piastrellato). Basta mandare una coppia di cavi al primo headphone amp disponibile ed il gioco è fatto!

E… se fosse necessario ascoltare in 5.1 (che, guarda caso, fanno sei linee audio) il mixaggio? No problem: si può fare senza colpo ferire. Le opzioni disponibili per la configurazione di uscita comprendono: Line, Stereo, 2 Speaker Set, 3 Speaker Set, 5.1. In aggiunta, accedendo alle configurazioni custom, si possono agganciare e sganciare liberamente le connessioni – ad esempio, come suggerito in precedenza, per integrare un vecchio PCM 42 nella struttura recording…

L’unico tastone/rotellone presente sul pannello comandi è assegnabile, sempre in punta di dita, alla regolazione di livello per i quattro ingressi hardware; quale che sia il canale selezionato, i LED ladder saranno lieti di visualizzare in verde/giallo/rosso la possanza del segnale ricevuto.

quartet ipad

 

Quartet & Mac o Quartet & iPad?

Il primo problema da risolvere è la connettività: per agganciare Quartet a un iPad, serve il cavo 30-pin iOS e – se dovete raggiungere un iPhone 5 – dovrete procurarvi anche il Lightning to 30-pin adapter.

A cavo conquistato, è il momento di aggiornare il firmware da qui.

Poi, servirà Apogee Maestro, il programma per gestire livelli, connessioni e tutto il resto; lo scaricate qui.

maestro 1

Maestro 2?

Maestro 2 è l’applicazione che permette di regolare – standalone o in integrazione con DAW  – i comportamenti salienti di diverse interfaccce Apogee (oltre alla Quartet, si può utilizzare per ONE, Duet, Symphony I/O.

Una volta scaricato (a gratis) e installato su Mac OsX o su iDevice, si guadagna accesso alle regolazioni di:

  • input selection
  • mic preamp level control
  • speaker, headphone & volume control
  • latency monitoring
  • clock source select
  • sample rate select
  • audio interface mode (solo per Symphony I/O)
  • metering
  • audio routing

maestro 2

All’atto pratico, la selezione del segnale in ingresso (+4 dBu, -10 dBu, Mic, Inst), così come l’accensione della Phantom 48V, è confermata dalla grafica OLED sul pannello comandi hardware e, in simultanea, si giova della grafica Mac/iDevice prevista per il driver Maestro. Agire sul rotellone metallico o draggare in punta di mouse è solo questione di scelte personali.

maestro 3

Sull’hardware, ci sono tre touchpad – localizzate sopra al rotellone/data entry – che possono essere assegnate alle funzioni ritenute più opportune: mute, dim, sum to mono, speaker switch, clear meters.

Ogni segnale in ingresso è regolabile in analog level, soft limit (per l’ottimizzazione dei transienti prima della conversione A/D), input level (con riscontro diretto sul meter assegnato), group on/off (due possibili gruppi a disposizione, utili per semplificare la gestione di riprese stereofoniche o con microfoni multipli), phase, phantom power.

Il flusso di dati in uscita prevede la selezione del formato di connessione (dallo stereo al 5.1), il livello speaker out, il livello headphone out, mute, dim -15 dB, sum to mono (per controllare compatibilità e stampabilità),

Quartet MAESTRO iOs

In uso

Come ormai di consueto, il problema della latenza è superato offrendo al musicista la possibilità di ascoltare/riascoltare il proprio segnale direttamente dalla connessione d’ingresso, senza dover aspettare che venga convertito A/D, caricato nel computer e da questo risputato per la conversione DA necessaria al monitoring. Ovviamente, non si arriva mai a zero latency, ma fintanto che si rimane sotto la soglia dei 10 millisecondi, la pigrizia del nostro sistema nervoso faciliterà le operazioni. Se il buffer è regolato a 32 samples @ 96 kHz, ci sarà una latenza di 3.6 msec, se si sale a 64 samples @ 44.1, la latenza raggiunge 5.8 msec.

Tutte le operazioni di assemblaggio e ottimizzazione HW/SW sono guidate passo dopo passo nella manualistica scaricabile in pdf; in questo modo, con Logic, GarageBand, Final Cut Pro, Pro Tools, Ableton Live, Steinberg Nuendo, si può andare a colpo sicuro.

Apogee Quartet si può trovare, con un minimo di navigazione online, ad un prezzo compreso tra i 1200 e i 1400 euro; è una cifra non proprio leggerissima, ma – parlando fuori dai denti – la qualità c’è tutta e, se potete permettervela, non ne rimarrete delusi.

 

 

 

Tags: ,

Trackback from your site.

Leave a comment

Inserisci il numero mancante: *

ga('send', 'pageview');