Un lampone targato Pisa

Written by Luigi Agostini on . Posted in Recording, Software

Cosa c’entra un lampone con l’audio 3D? C’entra, c’entra, ora vi spiego tutto. Il Lampone PI è un computer implementato su una sola scheda elettronica dalla Raspberry Pi Foundation. Il suo lancio al pubblico è avvenuto alla fine del mese di febbraio 2012. La fondazione prevede di distribuirlo in due versioni, al prezzo di $25 e $35 dollari statunitensi, con il nobile intento di fornire un dispositivo economico, concepito per stimolare l’insegnamento di base dell’informatica e della programmazione nelle scuole. Sarà targato Pisa fino a quando non si renderanno conto dell’errore commesso e cambieranno il nome del ben più elegante Raspberry LI…

Di Luigi Agostini

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Scherzi a parte, il progetto ruota attorno a un System-on-a-chip (SoC) Broadcom BCM2835[2], che incorpora un processore ARM1176JZF-S a 700 MHz, una GPU VideoCore IV, e 256 o 512 Megabyte di memoria. Il progetto non prevede né hard disk né una unità a stato solido, affidandosi invece a una scheda SD per il boot e per la memoria non volatile. Se ancora non vedete il nesso, considerate che i lampone offre otto canali digitali full band su connettore HDMI, ed è soltanto la punta di un iceberg.

Il Multibridge Eclipse della Blackmagic Design è un 4 unità rack con PCI Express che registra video, audio, e scambia dati istantaneamente tra SD, HD e 2K in 4:2:2 o 4:4:4. Si può collegare al PC o al Mac in alta velocità a 10 Gb / s PCI Express o utilizzare in modo indipendente come convertitore bidirezionale video SDI con 16 canali audio indipendenti full band in/out. Disponibile a partire da 1.590 dollari…

Senza contare la quantità di interfacce firewire o USB già presenti, una su tutte la ESI che per poco più di cento Euro offre 8 canali audio separati in uscita…

Potrei continuare ad annoiarvi con dati tecnici e prezzi di una gran quantità di hardware a basso costo, dalle caratteristiche impressionanti a livello di gestione multicanale, (che sta crescendo in modo esponenziale) ma vengo subito al punto: mi stavo sbagliando e voglio dichiararlo pubblicamente; il momento in cui la spazializzazione non avrà più bisogno di hardware dedicato per la sua realizzazione e diffusione è già arrivato, molto in anticipo rispetto agli anni che avevo ipotizzato dovessero trascorrere prima di poter avere una soluzione affidabile.

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Non mi son fatto trovare impreparato, da qualche mese a questa parte sto lavorando già ad un paio di Rack Extension per Reason 6 che porteranno il multicanale in casa Propellerhead, ma il mio Xite-3D, 16 canali digitali di spazializzazione per circa 4.000 Euro più IVA su doppia porta ADAT è già fuori mercato dopo soltanto un anno di vita! Meditate gente, meditate…

Per salutarlo degnamente vi propongo una breve scheda delle caratteristiche originali del prodotto tedesco, fornito di serie con una quantità impressionante di synth e campionatori, che mi risulta siano un argomento molto gradito nelle altre sezioni di questo magazine ipertestuale.

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La sofisticata architettura software e hardware della Xite rende possibile configurare il sistema con la stessa flessibilità delle DAW tradizionali. Questo vi permette di decidere come volete utilizzare il sistema:

a) come un mixer per la registrazione, mixaggio e mastering;

b) come uno strumento da suonare live;

c) come un rack di effetti che suona e si comporta come il buon vecchio outboard hardware;

d) utilizzando tutte le suddette possibilità contemporaneamente!

Per mezzo di Scope, il software di gestione fornito di serie, potete caricare tutti i plug-in che volete e collegarli ad applicazioni, sequencer  e I / O a vostro piacimento. Un vero e proprio studio personale virtuale, che è anche portatile attraverso il collegamento opzionale via Express Card. Il tutto con una bassa latenza molto piacevole, quasi-analogica.

Scope vi offre una straordinaria varietà di sintetizzatori che vanno da quelli di base a sistemi modulari altamente complesse basati su una moltitudine di metodi di sintesi tra cui analogica, FM, modelli fisici, wavetable e graintable synthesis etc. Opzionali invece le emulazioni hardware di ultima generazione tra cui il Minimax, il B2003, e il Prodyssey, perfette riproduzioni degli originali. E qui mi fermo perché, secondo me, il sistema meriterebbe di essere approfondito da uno dei guru delle tastiere che abbiamo a disposizione su Audio Central Magazine, io probabilmente non sarei obiettivo nel giudizio in quanto terza parte della casa tedesca e sostenitore del lavoro dei miei amici sin dai tempi in cui lavoravano per la Creamware (e chi sa di cosa parlo in questo momento si sentirà un vecchietto come me, non fate finta di nulla)…

Nel prossimo articolo penso che vi parlerò della gran quantità di software Open-source che nel contempo sta arrivando ad un buon livello di stabilità e concorre ad avvalorare quanto vi ho appena detto… non ci sono più scuse per non lavorare in multi-canale!

 

 

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