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Laplace Resonator Synth di iceGear

Written by Attilio De Simone on . Posted in Software

Il mondo IOS è un ambiente in gran parte libero e lascia ancora grande spazio agli sviluppatori di crearsi un proprio spazio essendo le gerarchie ancora molto fluide, e chi riesce a coprire determinate tecniche di sintesi prima degli altri, si ritrova in una posizione di vantaggio.
Di Attilio De Simone
laplace 1
In questo caso, iceGear propone uno strumento a modelli fisici dedicato alla riproposizione di sonorità di strumenti come archi, ottoni e di timbriche più metalliche.
Presentiamo lo sviluppatore, innanzitutto, ricordando che iceGear ha realizzato, ormai oltre due anni fa, l’ottimo Cassini, sicuramente uno dei synth virtual analog più completi e ricchi di opzione di modulazione di tutto il panorama di app per IOS. Quest’informazione ha contribuito a stimolare la nostra attenzione verso quest’applicazione.
Il synth nel concreto
 
Mentre ci sono un paio di finestre di dialogo pop-up che si occupano di alcune funzionalità aggiuntive, i principali elementi del motore synth sono tutti alloggiati all’interno della schermata principale. La striscia rossa lungo la parte superiore permette di accedere al sistema di preselezione (l’applicazione viene fornita con una raccolta di preset per valutare il panorama sonoro dello strumento), l’arpeggiatore, la funzione MIDI Learn e il menu Impostazioni.
L’interfaccia principale è divisa in un numero di sezioni e, a parte alcuni riquadri pop-up, tutti i controlli chiave sono disponibili in questa singola schermata.
Lungo il bordo destro sono presenti tre piccoli pannelli che contengono controlli globali (è possibile impostare l’ottava, il volume master e la risposta della curva di velocity MIDI), le impostazioni per l’LFO e, infine, le tre opzioni per gli qeffetti di chorus, delay e riverbero.
laplace diagram
La maggior parte dello schermo è suddiviso in ulteriori due aree; il pannello Exciter e il pannello Resonator. Exciter è a sua volta diviso in due sezioni che generano,due fonti sonore, click e noise, queste fonti sonore possono essere miscelate prima di accedere alla sezione Resonator per ulteriori manipolazioni. La sezione Resonator è inoltre divisa in due sezioni principali: la resonator stessa e un generatore di onde sinusoidali con modulatore FM. Ancora una volta, queste sezioni possono essere miscelate e modulate dal generatore di inviluppo prima di confluire nella sezione effetti.
Dato che la tecnica di sintesi (resonator) è stata poco impiegata storicamente, all’inizio alcuni parametri di controllo potrebbero risultare non scontati ma basterà sperimentare con loro per comprendere rapidamente su quali caratteristiche del suono essi vadano a lavorare.
In aggiunta i tre effetti lavorano molto bene, soprattutto il delay stereofonico è risultato molto versatile e denso di opzioni.
L’arpeggiatore è molto divertente da utilizzare. Essendo ricco di parametri, riusciremo ad ottenere comportamenti standard e comportamenti meno scontati.
Come suona Laplace?
Il synth offre delle sonorità molto riconoscibili, con una pasta sonora molto vicina a quella che si tira fuori dal Waldorf Q impiegando come filtro quello a pettine (o comb), quindi siamo su sonorità da fine anni ’90. Quindi non attendiamoci delle emulazioni fedeli di sonorità acustiche, ma avremo delle ottime sonorità sintetiche che offrono timbri di archi, ottoni, percussioni, pianoforti sintetici.
Laplace è un’app molto solida e stabile. Ho utilizzato lo strumento su varie configurazioni e piattaforme, da solo o in compagnia di altre applicazioni, e lo strumento non è mai venuto meno.
In un mercato ipersaturo di virtual analog, non può che far piacere trovarsi ad avere a che fare con uno strumento che riprende una tecnica di sintesi passata un poco in sordina ma in grado di generare timbriche uniche e non raggiungibili se sono si dispone di un sistema basato sul filtraggio a pettine.
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