E’ da circa 15 anni che gli strumenti virtuali su computer, standardizzati nei vari formati (vst, au, rtas, ecc.) fanno parte della vita quotidiana di ogni musicista. Gli studi moderni basano le produzioni ormai quasi esclusivamente su strumenti e effetti in formato plug-in e tastiere e sintetizzatori vengono sempre più spesso sostituiti in studio da master keyboard e controller utilizzati per pilotare gli strumenti virtuali.
di Attilio De Simone
Tra plug-in commerciali e gratuiti, l’offerta di materiale è diventata così ricca, che ormai praticamente qualsiasi strumento, effetto o apparecchiatura del passato possiede un clone virtuale utilizzabile all’interno del proprio sequencer preferito. Basta fare un giretto su KRV (che raccoglie un database con quasi tutti gli strumenti virtuali realizzati a partire dalla fine del secolo scorso ad oggi), per rendersi conto di quanto sia vasta l’offerta di plug-in gratuiti e a pagamento.