Waldorf Rocket Synthesizer: ascoltiamo qualcosa
Di solito, quando si prova un nuovo sintetizzatore, si tende a lasciarsi prendere la mano dalle peculiarità personali, dalle attitudini e dai gusti, finendo per fare una demo di se stessi e non delle caratteristiche operative dell’apparecchio. Nel caso del Waldorf Rocket, il meccanismo è ancora più pericoloso per il singolare taglio dell’apparecchio: una struttura parafonica, che offre qualche difficoltà all’apprendimento immediato per la spartana implementazione del pannello comandi.
Di Enrico Cosimi
Ci siamo tenuti molto bassi, in questi tre video che vi presentiamo, proprio per concentrare l’attenzione dello spettatore su cosa è possibile tirare fuori – senza spremersi troppo le meningi – dalla micidiale scatoletta nera e verde. Buona visione.
Il primo video è dedicato ad investigare le caratteristiche parafoniche, cioè la possibilità di sfruttare in polifonia ad otto voci l’oscillatore interno – a fronte di un unico filtro, un unico amplificatore e un unico generatore d’inviluppo. Il risultato finale è che, si… si può prendere un accordo, ma ogni voce retriggererà tutte le voci precedentemente impegnate. Non necessariamente può essere un problema, basta essere preparati.
Il secondo video è concentrato sulle funzionalità dell’arpeggiatore interno e, specialmente, sui pattern pre configurati e (per ora) non modificabili che Waldorf mette a disposizione del musicista. Ci sono delle piacevoli chicche che solleticano la vena Eighties e Nineties dell’esecutore, sfruttando con arguzia gli incastri ritmici. Come al solito, è necessario lavorare con una certa cautela sull’inviluppo… altrimenti, le voci si accavallano irrimediabilmente. Non sperimentato nel video, per mancanza di tempo, è comunque presente un meccanismo di corretta sincronizzazione e divisione di frequenza in rapporto al MIDI Clock ricevuto dall’esterno che (in assenza di start/stop) permette di definire a cosa deve corrispondere la durata del singolo step. Funziona tutto al primo colpo…
Il terzo e ultimo video contiene la classica panoramica delle timbriche native ottenibili con le forme d’onda generate da Rocket e successivamente processate attraverso filtro multimodo e sezione Boost. L’interazione tra i diversi parametri e la mappatura di funzioni è particolarmente intricata, specie vista la doppia serigrafia che fa riferimento, sul pannello, alla forma d’onda scelta per riassegnare automaticamente i controlli. Rimandiamo il lettore alla prova testuale dell’apparecchio.
Buona visione.
Tags: paraphonic, Rocket, synthesizer, Waldorf
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