Solid State Logic 611EQ serie API-500

Written by Emiliano Girolami on . Posted in Gear, Recording

Solid State Logic (SSL, per gli amici) non ha bisogno di presentazioni nell’ambito della produzione audio professionale. Dal Regno Unito ha allargato la propria influenza nel mercato grazie a una serie di mixer utilizzati negli studi di tutto il mondo. I primi esemplari (serie 4000) erano rigorosamente analogici e facevano, già all’epoca, largo impiego di amplificatori operazionali realizzati con circuiti integrati (al contrario di quelli installati, ad esempio, nei banchi API, che sono costruiti con componenti discreti).

Di Emiliano Girolami

La grande diffusione dei mixer SSL è dovuta anche alla loro versatilità, alla possibilità di integrazione con il resto dei device dello studio e alla capacità di gestione (che si è evoluta nel tempo) della automazione del mix e del recall delle regolazioni.

Dal punto di vista del suono, SSL ha detto la sua sia in ambito di elaborazione dinamica che di equalizzazione (basti pensare ai bus compressor o i moduli X-Rack che rendono disponibile, a un costo ragionevole, equalizzazioni e dinamiche delle grandi console).

 

Descrizione

Recentemente, visti i trend di mercato che si vanno affermando, sono stati presentati due moduli in standard API-500. Il primo è un compressore (611DYN) e il secondo, oggetto di questa prova, è un equalizzatore parametrico, il 611EQ.

Il dispositivo è realizzato con operazionali e componenti passivi montati su una board con tecnologia SMD (Surface Mounted Device). Riproduce le funzionalità del modulo serie E compatibile con lo standard proprietario X-Rack (XR425). È probabile che qualche adattamento sia stato fatto nel circuito di alimentazione per passare dai ±18V dell’X-Rack ai ±16V propri del Lunchbox API.

I controlli fanno riferimento a quattro bande. LF (Low Frequency, con frequenza di centro-banda che va da 30 a 450 Hz) ha i controlli di guadagno e frequenza con un pulsante che consente di passare da Shelving a Bell. LMF (Low Medium Frequency, da 200 a 2500 Hz) è full parametric e, oltre a guadagno e frequency shift, ha una manopola che consente di regolare il fattore di qualità (Q) del filtro. Analoghe regolazioni si trovano sul filtro dedicato alle medio-alte, HMF (High Medium Frequency, da 0,6 a 7 Khz). Delle alte frequenze si occupa il filtro HF (High Frequency, da 1,5 a 16 Khz) anch’esso con l’opzione Shelving/Bell.

L’equalizzatore può essere inserito con apposito pulsante ed è dotato dell’opzione Black per la quale vale la pena di raccontare qualche dettaglio in più.

Nei modelli dei primi anni ’80, le manopole del filtro LF erano di colore marrone (Brown). Le due sezioni full-parametric, per le medie frequenze, erano realizzate in modo che la larghezza di banda (espressa in ottave) rimanesse la stessa indipendentemente dalla regolazione di frequenza di centro banda e guadagno (logarithmically simmetric design). I filtri per le alte e basse frequenze, invece, erano tradizionali filtri a un polo (6dB/oct) con l’opzione Bell a Q costante. Questo modello era denominato “02 EQ”.

Successivamente il design fu modificato e, passando al modello “242 EQ” sviluppato in collaborazione con George Martin, il guadagno massimo è passato da 16 a 18dB su ognuna delle bande. Questo modello si trova anche sulle console AWS e Duality (oltre che nei moduli X-Rack). Caratteristica di questi equalizzatori è la presenza di manopole nere (Black) nella sezione LF.

In sostanza, quindi, il 611EQ ha due equalizzatori in uno, Brown o Black.

 

La prova

L’installazione nel Lunchbox procede senza problemi. Proviamo a gestire il contenuto in frequenza di alcune tracce registrate con microfono Audio Technica 4040 e preamplificatori API 512C (chitarre acustiche), Neve 1073 (chitarre elettriche) e Focusrite ISA One (voce). Partendo con l’opzione Brown la risposta ci sembra musicale e non troppo invadente. Il suono può essere modificato senza stravolgimenti e sempre in modo musicale. Difficile trovare regolazioni sbagliate, facile inserire la traccia nel contesto. Con l’opzione Black attivata, invece, compare un minimo di cattiveria in più che, sulle alte, riesce ad aumentare il punch delle tracce facendole uscire dal mix senza fatica.

La modalità Brown ci sembra indicata per voce e chitarre elettriche, quella Black tira fuori i particolari nelle acustiche che, sulle acute, diventano dettagliate senza essere fastidiose.

Nelle clip di esempio si parte con il suono non equalizzato, l’effetto viene inserito successivamente per lasciar apprezzare le differenze.

AcousticGtr

ElectricGtr Clean

ElectricGrt Dist 1

ElectricGtr Dist 2

MaleVox

Passando alla sezione ritmica, abbiamo verificato il comportamento su batteria e basso. Sul bus della batteria (opzione Brown) si riesce a mettere in evidenza il corpo e tirare fuori i dettagli rendendo il tutto più vivo. Sul basso si può lavorare rendendo il suono pieno e corposo che mettendo in evidenza il tocco del musicista. In questo caso abbiamo provato ad esagerare con il guadagno in basso (filtro LF) in modo da capire il comportamento del 611EQ dal punto di vista della saturazione. Il risultato, nonostante l’elevato numero di armoniche aggiunte, è rimasto musicale e fonte di possibili ispirazioni.

Drums

Bass

 

Conclusioni

Nelle prove fatte il 611EQ si è rivelato lineare e non invadente in modalità Brown e leggermente più cattivo (punchy, direbbero gli inglesi) con il pulsante Black attivo. È facile trovare la regolazione che porta la traccia ad inserirsi nel mix senza perdere dettagli e caratteristiche del messaggio sonoro. L’impressione è che il suono originale venga comunque rispettato. Il solo caso in cui questo è stato stravolto è quando si è esagerando con il guadagno LF nella traccia di basso. Il risultato ci sembra sempre musicale e utilizzabile nei contesti appropriati.

Non c’è un genere per il quale questo equalizzatore non possa essere usato con profitto. Ottima la mossa di passare allo standard API-500. Il suono delle grandi console SSL è, probabilmente, un’altra cosa (che dipende comunque dagli stadi di guadagno, dinamica e somma). Per il 611EQ prevediamo comunque un buon successo di mercato viste le caratteristiche generali, la grande facilità d’uso, la versatilità e il prezzo (circa 760€ IVA inclusa) che è inferiore ad altre proposte blasonate nello stesso ambito.

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Comments (2)

  • Max

    |

    La cosa da capire è perchè costi più dell’XRACK visto che non ha il total Recall e l’alimentazione in entrambi i casi è sul lunchbox …
    Ottimo articolo ragazzi!

    Reply

    • Emiliano Girolami

      |

      potenza del marketing, immagino. E’ un periodo d’oro per la serie 500 e gli altri equalizzatori di rango costano molto di più, deve essere questa la ragione. E, comunque, grazie!

      Reply

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