KORG Gadgets – uno sguardo da vicino – prima parte

Written by Antonio Antetomaso on . Posted in Gear, Recording, Software

Gadgets è una app lanciata di recente da KORG per il mondo iPad che non è certo passata inosservata tra i musicisti elettronici “tablet oriented”. Ragione, questa,  per la quale, dopo avervi invitato alla lettura del sapiente articolo introduttivo consultabile qui, vale la pena, almeno a mio avviso, entrare approfonditamente nei meandri di questo software alla ricerca delle peculiarità che lo rendono così speciale, quasi da permettergli di salire sul podio dell’app musicale dell’anno 2014.

Di Antonio Antetomaso

FIGURA1 

Siccome di “roba da arrostire” ce ne è tanta, permettetemi di organizzare il tour guidato in tal guisa:

  1. Organizzazione dell’app e controlli principali
  2. Uno sguardo a tutti i synth che la compongono (i “gadgets” appunto)
  3. Un giudizio prettamente soggettivo
  4. Un video “demo” per assaggiare qualcosa

Organizzare tutto in un’unica puntata è impresa ardua, pena tediare eccessivamente il lettore di primo acchitto interessato, ragion per cui è mia intenzione articolare “l’opra” in diverse puntate a tema sperando di solleticarvi ancora di più il palato.

Orsù dunque miei prodi, alla bersagliera! Per chi si fosse sintonizzato solo ora stiamo parlando di un’app per iPad che si configura come una DAW dotata di tutto quello che serve per produrre musica elettronica in modo rapido, intuitivo e divertente. Tutto qui? Ma come, con app come Cubasis, Auria, Garageband, Nanostudio che sono sul mercato da molto più tempo e che “fanno anche il caffè” che me ne faccio di un’altra DAW?

Calma figlioli, calma. Gadgets è si uno studio virtuale, ma con caratteristiche assai diverse dalle app di cui sopra. Tanto per cominciare esso basa il suo funzionamento sull’idea principe di software come Ableton Live! e Fruityloops: l’organizzazione di un brano in scene, clips e loops, prerogativa questa che, se da un lato costringe l’utente ad abituarsi ad un metodo di lavoro diverso da una comune DAW, dall’altra facilita il processo creativo consentendogli di arrivare a meta per cicli di sviluppo progressivi e dall’altra ancora, è particolarmente ottimizzata per performances dal vivo.

Ma non è tutto, un altro dei punti forza di Gadgets e forse l’aspetto che più la caratterizza e la rende unica è la presenza, appunto, dei gadget: sono dei mini synth, ciascuno dedicato ad una particolare categoria di timbriche, e tutti insieme vanno a costituire un arsenale da battaglia al servizio del musicista elettronico, assolutamente completo e degno di nota.

FIGURA2

Abbiamo synth per timbriche percussive, altri dedicati ai synth bass, altri ai synth leads, ai pads..persino ai pianoforti acustici ed elettrici nonchè alle timbriche ad 8-bit tipiche dei videogames retro.

Di ciascun gadget parleremo approfonditamente durante i prossimi appuntamenti, promesso. Concentriamoci per il momento sul “modus operandi” dell’app. Una volta acquistata mediante il consueto meccanismo di Apple Store al costo di 25 euro “more or less” ed effettuato il download (scarsi 300 MB), l’app si presenta con questa interfaccia principale:

FIGURA3

L’ambiente di lavoro dovrebbe risultare molto familiare a tutti quelli abituati a lavorare con DAW come Ableton Live! o Fruityloops. Quattro le sezioni principali, dall’alto verso il basso:

 

HEADER

FIGURA4

Consente di gestire i propri progetti o “songs” o “performances” che dir si voglia (creazione, salvataggio, eliminazione, caricamento, ecc..), condividere le proprie opere sul “GadgetCloud”, ovverosia un’area in rete messa a disposizione da KORG dove inviare le proprie composizioni ed ascoltare quelle di altri artisti mediante i medesimi meccanismi di Soundcloud (anche il following di artisti di nostro gradimento).

E’ possibile avere notizie circa la versione dell’app installata, nascondere il mixer, abilitare il protocollo WIST e accedere al comodissimo ed utilissimo help on line, organizzato in una sezione facile e veloce, una avanzata e una guida ancora più capillare “gadget by gadget”.

 

AREA CLIPS E SCENES

FIGURA5

E’ la sezione al centro che consente di avere sotto controllo tracce, scene e clips create. Tracce? Scene? Clips? Ma che vai farneticando, di che si tratta? Avete ragione, freniamo un attimo. Una clip altro non è che un frammento lungo a piacere (una o più bars, ciascuna bar è lunga 4 battute) di materiale MIDI: note, eventi di controllo ecc. Scusa e se volessi un tempo dispari, tipo un 7/4 come dovrei fare? 

La risposta è lapalissiana: nun se po’ ffà! Perlomeno in questa versione dell’app. Il tempo è solo in 4/4. Si può solo modificare la velocità e aggiungere un certo quantitativo di “feeling swing” ma nulla più. Non dimentichiamoci che questa app nasce per fare musica elettronica dove i tempi dispari sono confinati in ghetti stretti stretti stretti.

Orbene, dovrebbe esservi chiaro che una clip è l’unità elementare di informazione secondo KORG Gadgets così come il bit lo è per l’informatica in generale. In ambienti come Ableton Live! le clips possono contenere tanto materiale audio quanto materiale MIDI, secondo il tipo di traccia con cui si ha a che fare (audio, midi, virtual instruments).

In Gadgets le clips contengono solo dati MIDI, niente dati audio. Ne consegue che, al momento, non v’è modo di registrare materiale audio esterno, nè tramite ingresso audio nè tramite protocolli tipo Audiobus. L’unito contenuto audio è quello prodotto dai vari gadgets ciascuno agganciato alla propria traccia e comandato dalle varie clips. L’app è tuttavia, al momento, compatibile con Audiobus, ma solo come sorgente di input, destinata cioè ad inviare stream audio ad altre daw predisposte. Meglio di niente..

Se è tutto chiaro, non faticherete a capire quanto segue: una traccia è una organizzazione verticale di clips. Una scena è una organizzazione orizzontale. Detta in altre parole, il tempo di un brano fluisce dall’alto verso il basso come una sequenza di scene. Ciascuna scena raggruppa e manda in esecuzione al più una clip per ogni traccia, in loop o one shot.

Ripeto, per chi è abituato a lavorare con ambienti tipo Live! il concetto è il medesimo. Chi invece viene da DAW decisamente più classiche (Sonar, Cubase, Logic, Reaper) e non ha mai visto un ambiente del genere ha bisogno di entrare un minimo in questa logica per muoversi alla perfezione. Ma una volta capito il meccanismo, esso si rivela un’arma micidiale credete a me.

Unici controlli offerti all’utente sono il tasto “play” alla sinistra di ogni scena e il tasto “+” con il quale aggiungere nuove scene in cui registrare le nostre clips.

A titolo di ulteriore chiarimento riepilogativo vi suggerisco il seguente schema che sintetizza l’organizzazione del flusso MIDI/AUDIO in Gadgets:

FIGURA6

 

MIXER

FIGURA7

Situato più in basso c’è l’immancabile area di mixaggio organizzata in tracce o “channel strips”. Fatta eccezione per la traccia master (all’estrema sinistra) di ogni traccia è possibile:

  1. Selezionare il gadget che deve suonare
  2. Regolare il panning e il send al riverbero principale
  3. Regolare il volume
  4. Visionare il livello di riproduzione
  5. Mettere la traccia in solo o in mute

La traccia master non prevede assegnazione di gadgets naturalmente, ma offre in più la possibilità di regolare l’effetto di riverbero comune a tutte le tracce e l’effetto di limiter, oltre ovviamente a volume e monitoring del livello globale di esecuzione.

Per aggiungere una nuova traccia bisogna pigiare con il ditino sul tasto “+”, semplice anche questo.

 

CONTROL BAR

FIGURA8

La classica barra di trasporto con cui è possibile:

  1. Registrare in tempo reale la nostra performance
  2. Fermare la riproduzione
  3. Avviare la riproduzione
  4. Mettere in loop la scena corrente
  5. Regolare il tempo
  6. Abilitare il metronomo
  7. Disabilitare “mute” o “solo” per le tracce per le quali è abilitato

Due parole in più sul tasto “Function”. Esso è di vitale importanza perchè consente di abilitare una serie di controlli secondari tanto su scene e clips quanto sulle tracce (cancellazione, duplicazione, copia e incolla, cambio gadget, freezing delle tracce per risparmiare CPU ecc.).

FIGURA9

E i giochi non finiscono qui… Cliccando sull’icona del gadget di ogni traccia si accede ad una schermata secondaria da cui è possibile operare sulla clip corrente e sui controlli offerti dal gadget selezionato per la medesima traccia.

FIGURA10

In alto, è riportato il nome della scena su cui stiamo operando. Al centro la schermata mostra i dati midi inseriti all’interno della clip su cui si sta lavorando, dati midi intesi sia come note, che come modulazioni. Le note possono essere inserite tanto mediante gestures, quanto mediante controller midi esterno. E qui veniamo alla prima “nota dolente”: benchè l’app sia compatibile con qualunque sorgente core midi esterna class compliant (es. il CCK o il lightning to USB adapter), l’implementazione del protocollo midi è davvero basilare, perlomeno nella versione attuale dell’applicazione, la 1.0.2. Niente modulation wheel, niente pitch bending, niente aftertouch, niente sustain, niente control change in generale. Solo messaggi di nota e di dinamica. KORG ha tuttavia dichiarato che il protocollo MIDI verrà potenziato nelle prossime versioni dell’app. Non resta che sperare.

Nella sezione sottostante l’area di inserimento delle note, abbiamo la possibilità di controllare le modulazioni semplicemente cliccando su questa sezione e agendo sui regolatori verticali. Le modulazioni possono essere regolate tanto mediante gestures quanto mediante “spippolamenti” sui controllers del gadget selezionato (es. la frequenza di taglio del filtro) registrati come automazione assieme alle note. Niente male davvero.

Sorvolando sull’area riservata al gadget caricato per la traccia in questione, diciamo infine due parole sulla barra di trasporto. I pulsanti sono pressochè gli stessi di quelli offerti nella schermata principale, con la sola differenza che essi operano sulla clip selezionata. Fa eccezione il tasto di quantizzazione, ora presente.

Il tasto “Function” abilita controlli secondari dedicati a gestire gli aspetti della clip su cui si sta lavorando: cancellazione di note inserite, cancellazione dell’automazione registrata (tutte le automazioni simultaneamente, occhio), lunghezza della clip e così via.

FIGURA11

 

Nelle prossime puntate prenderemo in esame i singoli gadget e apprezzeremo il vero punto di forza di questo giocattolino. Restate sintonizzati. 

 

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